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non c'è pace per gli haitiani (e gli usa giocano sporco)


Da qualche settimana diverse famiglie di origine haitiana e messicana hanno deciso di non fermarsi negli Usa, come spesso accade, e continuare la loro marcia verso il Canada, in cerca di un avvenire migliore. La zona più interessata dal flusso migratorio sembra essere quella nei pressi della città di Windsor, località di confine ricca di casinò e locali notturni che si affaccia sull'omonimo fiume, proprio di fronte a una delle città statunitensi maggiormente industrializzate: Detroit.
Colpevole, a sentire quanto affermano le autorità canadesi, anche una organizzazione non governativa haitiana con sede in Florida che avrebbe favorito i cittadini dell'isola caraibica a richiedere asilo in Canada e non in Usa, grazie a una cospicua somma di denaro (inglobata nella più generica forma della 'donazione') per ogni richiesta. E le cifre potrebbero aggirarsi, secondo quando affermato dall'amministrazione canadese, intorno ai 300 / 400 dollari Usa per persona. Ma si può tranquillamente affermare che la situazione non è in procinto di degenerare e che il problema è stato sollevato dalle autorità locali che hanno approfittato di alcuni titoloni dei quotidiani più venduti per far vedere che la situazione era drammatica e per questo chiedere un aiuto economico al Governo Federale. E la conferma arriva dai numeri, incontestabili. Non si può costruire un caso importante per la richiesta di asilo politico di 200/300 famiglie quando il Canada annualmente esamina i casi di circa 20 mila persone.