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Birmania, il suo petrolio e la Total, crimini contro l'umanità


La gigante francese del petrolio Total-Elf si avvia ad una condanna per favoreggiamento nei crimini contro l'umanità commessi dalla Giunta dittatoriale birmana.L'impresa è accusata di aver fornito aiuti logistici e finanziari negli anni '90 al regime per creare un gasdotto utilizzando il lavoro forzato dei detenuti politici; detenuti sui quali vengono anche eseguite condanne extragiudiziali, vengono effettuate torture e si perpetrano omicidi e sequestri ad insaputa degli stessi quadri militari.Questo nella zona di Yadaan, principale campo di sfruttamento di Total in Myanmar, di cui estrae il 25 percento del petrolio greggio.L'industria del gas birmana ha fruttato più di 2 miliardi di dollari di profitto ai militari nel 2006, principale fonte di reddito per i dittatori. Gli investitori nel settore del petrolio e del gas birmani provengono da Australia, Cina, Isole Vergini britanniche, Thailandia, Malesia, Corea del Sud, Russia, Francia, Stati Uniti, Giappone, Singapore e India. “Le imprese che fanno affari in Birmania sostengono che loro presenza sarebbe costruttiva e darebbe beneficio alla popolazione birmana, ma non hanno ancora condannato gli abusi del governo verso i loro cittadini”, dice a PeaceReporter  Arvind Ganesan, che ha preparato per la Ong Human Rights Watch un dossier sulle sanzioni al regime birmano.