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immigrazione ed intolleranza


a fianco di questa bella intervista a rula jebreal pubblicata sul blog di beppe grillo, voglio anche riportare alcuni passi di un editoriale di peacereporter(...) Oggi l'Italietta insorge contro i rumeni e contro i Rom, che per le particolari impronte culturali ed etniche sarebbero portati alla violenza, al furto, allo stupro, e a tutte le nefandezze possibili e immaginabili. Sessant'anni fa l'Italietta, a ruota dell'alleato germanico, insorse contro gli ebrei, colpevoli per le “particolari impronte culturali ed etniche”, di ogni disgrazia sociale ed economica che toccava in sorte al mondo. Perché oggi non c'è più nessuno che insorge quando l'imbecillità, la meschinità, la sopraffazione tornano a prendere piede? (...) Il nostro Paese, da Rauti a Grillo, ha imboccato una china pericolosissima, che ci ha di fatto riportato ai periodi più neri e bui della storia, almeno stando ai titoli e ai commenti di troppa parte dell'informazione italiana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: a produrre questi mostri è la cultura della guerra, della sopraffazione, del vedere nell'altro un nemico, nell'aver bisogno di un nemico per spiegarsi la realtà. Una cultura che purtroppo i governi di quasi tutti i paesi occidentali hanno scelto di ergere a modello. Ma la cultura della guerra è il sonno della ragione. P.S. In serata, la notizia della squadraccia che, a Roma, ha quasi linciato tre persone, colpevoli di essere cittadini romeni. E subito, le lacrime di coccodrillo dei politici che fino ad un'ora prima facevano a gara a chi è più feroce con gli immigrati. Riusciremo mai più a tornare un Paese civile?