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lula ripensaci!


“Trenta minuti dopo aver ricevuto la notizia che il Supremo tribunale federale (Stf) ha dato il via libera alla ripresa dei lavori per la deviazione del rio San Francisco, don Cappio è svenuto”. Queste le parole scelte da Antonio Lupo, del Movimento Sem Terra Italia, per diffondere la notizia che il combattivo vescovo in sciopero della fame da 23 giorni è stato ricoverato in condizioni critiche all'ospedale di Petrolina, a 50 chilometri da Sobradinho, dove il francescano ha trascorso gli ultimi giorni. La sua tenacia, dunque, non l'ha spuntata. La sospensione dei lavori imposta dal verdetto preliminare del 10 dicembre è stata cancellata: il futuro percorso del fiume nordestino è ormai nelle mani del governo, che a breve aprirà la gara d'appalto per i lavori.Ad appoggiare la posizione del vescovo ci sono molti ricercatori e ambientalisti, per non parlare delle popolazioni locali che sono da mesi sul piede di guerra. Uno per tutti, Joao Abner dell'Università federale del Rio Grande do Norte, che precisa come l'opera servirà prevalentemente a favorire le industrie di gamberi e prodotti ortifrutticoli destinati all'esportazione. Per protestare, il 19 agosto partì da Belo Horizonte una carovana trainata moralmente da don Cappio, che non portò a nessun concreto risultato. Quindi, il 4 ottobre scorso, il vescovo scrisse a Lula, accusandolo di non aver onorato la parola data. Personalmente, nell'ottobre 2005, davanti al primo sciopero della fame di don Cappio, infatti, Lula firmò un accordo in cui si impegnava a indire un ampio, trasparente e partecipativo dibattito nazionale sul futuro sviluppo della regione semiarida. Promessa mai mantenuta. Di qui, il nuovo digiuno.