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Campo di lavoro 2008


Lunedì scorso, il 14 luglio, il gruppo di ragazzi che parteciperà ai campi estivi di Onè Respe tra luglio e agosto è partito alla volta della Repubblica Dominicana. Ecco la lettera di Antonio, uno dei partecipanti.Onore e rispetto: una regola, una vita Viaggio di solidarietà tra le baraccopoli della Repubblica Dominicana Lunedí 14 luglio. Un gruppo di volontari si ritrova all’aereoporto di Malpensa, per cominciare un’avventura piena di aspettative, speranze e, forse, qualche incognita.. Il percorso è cominciato con alcuni incontri organizzativi presso l’associazione ColorEsperanza di Cernusco sul Naviglio ed ora è giunto il momento della partenza per la Repubblica Dominicana, dove si svolgeranno due campi estivi (campamentos), che coinvolgeranno i bambini e gli adolescenti delle baraccopoli di Santiago ed Haina. Seppure con un po’ di ritardo, alle 18.00 ci siamo imbarcati, con le valige piene di materiale scolastico e vestiti da donare ai bambini, ma soprattutto con tanta gioia, tante idee e l’entusiasmo di saperci utili per qualcuno. Durante il viaggio abbiamo avuto, infatti, la possibilitá di pensare e di guardarci un po’ dentro ed immagino che le motivazioni che ci hanno spinto a partire siano le piú diverse e che ognuno di noi si porti dietro una carica unica, sua, ed un’energia che saprà contagiare il resto del gruppo. Hispañola ci ha accolto subito col sorriso di stupende ragazze dominicane in costume tipico e con un cesto enorme di frutta sulla testa. Un paradiso, all’apparenza, ma Punta Cana è l’aereoporto turistico dell’isola e sapevamo quanto questo volto della RD non fosse l’unico, e nemmeno il più veritiero. Infatti ci è stato subito chiaro, non appena usciti dal recinto turistico, come l’arte di arrangiarsi, in un paese dove manca tutto, o quasi, fosse essenziale. Solo un esempio: mancava il posto in albergo e dei signori sono andati a prenderci letto e materassi, chissà dove. Certe cose mi sembrano così incredibili, ma qua è normale perfino andare su un taxi in 7, valige comprese! Finalmente a destinazione: Santiago de Los Caballeros. Incontriamo alcuni operatori dell’O.N.G. dominicana “Onè Respè” (Onore e Rispetto, in creolo) che ci danno il benvenuto, ci illustrano i principali progetti ed attivitá e ci guidano nella visita all’oficina. L’esperienza più toccante, di questa prima settimana, senza alcun dubbio, è stata la visita alla comunità Los Platanitos, dove abbiamo visto veramente come puó vivere la gente, sin posseder nada. Ho fatto qualche foto da mostrare al mio ritorno, ma mi sentivo così a disagio: mi pareva di ledere la dignitá di queste persone, per etichettarle semplicemente come poveri, senza un nome, con un volto del tutto simile a quello di tanti altri, con alle spalle una storia che non conosco e con una vita senza possibilità di riscatto. In mezzo alle baracche scorre un fiume pieno di pattumiera: “Meglio lí che vicino a casa mia!” pensa la gente del posto, ma vi giuro che vederlo ti lascia senza parole... Alcune abitazioni funzionano anche da negozi: io non avrei il coraggio di entrarvi, ma la gente qui ci vive, questo è il loro mondo... Mi sembra di essere entrato in un documentario: tante volte ho visto immagini simili, troppe volte ho sentito parlare di povertá, ma vederla in faccia è un’altra cosa! Alla sera abbiamo partecipato alla riunione del Gruppo Adolescenti, in un’aula senza luce (i blackout sono la norma...), parlando a lume di candela. I ragazzi erano ben vestiti, alla moda – e questo mi ha lasciato ancora più sgomento – ed erano lì, senza obbligo, solo perché lo volevano, e partecipavano con un entusiasmo difficile da vedere negli occhi dei nostri adolescenti, in Italia. Dobbiamo ancora vedere tante cose, ci aspettano ancora tante giornate intense, non sono sicuro che le mie parole saranno in grado di descrivere tante emozioni, tante domande, a cui non so se mai troverò una risposta. La speranza è di essere veramente importante per qualcuno, anche solo con la mia presenza, e la certezza è che quello fortunato sono io, se saró capace di svuotarmi veramente per ricevere da loro, a piene mani.