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dajabon e haiti tra mercato e voodoo


Le riprese del nostro documentario ci spingono fino alla frontiera tra Repubblica Dominicana e Haiti. Pare incrdibile come su questa piccola isola possano coesistere due realta’ tanto differenti, contrastanti, eppure cosi’ vicine e interdipendenti... Superati i due grandi cancelli di ferro, sul ponte che attraversa il Rio Masacre, si offre al nostro sguardo un paesaggio sommerso dal sole, riarso, desertico, “africano”. Bivacchi dove si vende un po’ di tutto, anche i prodotti che giungono dagli aiuti umanitari (spesso inutili per questa popolazione), stormi ronzanti di motorini; la polvere e il vento impastano le grida dei tanti haitiani riunitisi qui per il giorno del grande mercato binazionale di Dajabon. Tutto intorno a noi reca le stigmate del quarto mondo. Non ci sono strade, elettricita’ o acqua corrente potabile. Mancano quasi completamente le istituzioni e i servizi. Edifici mezzi diroccati e baracche rappresentano la stragrande maggioranza delle costruzioni che vediamo. La spazzatura e’ ovunque sul suolo. Suor Nidia, appartenente a una congregazione colombiana, ci accompagna a conoscere alcune famiglie che vivono nei quartieri poveri. I bimbi sono troppo spesso nudi e sporchi. Il mangiare e i soldi sono pochi, e circa quattromila persone vengono letteralmente sfruttate e malpagate nella zona franca ivi presente. Producono, attualmente, i jeans Levis Strauss, che mettiamo anche noi. Eppure anche qui, come ovunque nel mondo accade, la miseria e la bellezza si mescolano e si alternano, regalandoci momenti indimenticabili. Bisogna saperli cogliere, e vivere. Partecipiamo a una danza voodoo di benvenuto, il cui scopo e’ di evocare spiriti benigni che ci accompagnino durante il viaggio. Il guaritore locale ci ringrazia per la visita, poiche’ da molto non gli capitava di poter accogliere in questo modo qualcuno. Molto di cio’ che si dice su questa pratica non e’ vero. Ci viene spiegato che il vero voodoo si utilizza solo per cercare di fare del bene. La miseria e il degrado generali sono davvero al limite. Ma queste persone dimostrano una dignita’ e una capacita’ di amare che possono fare scuola a noi, popolo “civilizzato”, che tutto possediamo, eppure troppo abbiamo perduto di cio’ che ci apparteneva veramente... quell’Essenza della Vita vissuta fianco a fianco, ogni giorno, nella relazione piu’ profonda con i nostri fratelli e sorelle, compagni inestimabili nel cammino. Giulio Nicolis