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Morales sta tenendo duro, ma la situazione non migliora


A luglio mi ero lanciato in una serie di previsioni terribili (che si possono leggere in uno dei box a sinistra) tra le quali pronosticavo un golpe in Bolivia contro Evo Morales tra il 10 e il 15 di agosto. Fortunatamente il colpo di stato non c'è stato, ma realmente qualche cosa è successa:
11 agosto: Il presidente boliviano Evo Morales è stato confermato con il 64 percento dei voti nel referendum che poteva portare alla revoca del suo mandato. La vittoria di Morales è però resa più debole dalla conferma in carica, nello stesso referendum, di quattro governatori delle province "ribelli" della cosiddetta Mezza Luna orientale - le province più benestanti di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija - a pochi mesi dall'aver realizzato referendum autonomici non riconosciuti dal governo di La Paz. 20 agosto: Il prefetto della provincia di Santa Cruz Costa ha deposto il capo della polizia regionale che era stato nominato da Morales. Inoltre ha indetto per un nuovo sciopero generale, con relativo blocco stradale. Al centro del contendere c'è la richiesta delle regioni ricche della restituzione dell'Idh (Impuesto Directo a los Hidrocarburos). Il governo, infatti, ha deciso di abbassare la quota di proventi in arrivo dalla tassa sugli idrocarburi promessa alle zone della produzione. Ma l'abbassamento della quota non è un'idea campata in aria. Morales, infatti, ha deciso di finanziare un progetto per gli anziani boliviani che vivono in situazione di estrema povertà. Una decisione, quella del presidente che ha fatto storcere il naso ai prefetti ribelli. 30 agosto: I blocchi stradali nelle provincia ribelle sono durati per oltre 7 giorni mettendo in seria difficoltà i collegamenti con Argentina e Brasile. Ad avvelenare ulteriormente il clima e’ indubbiamente la “questione costituzionale”, un punto da tempo nell’agenda di Evo Morales e che il presidente ha confermato di non voler abbandonare. I centosettanta articoli redatti dall’Assemblea Costituente prevedono infatti un notevole incremento di potere per il leader boliviano, che inoltre, grazie alle modifiche, potrà ricandidarsi alla guida del paese per un secondo mandato, possibilità non prevista dal precedente e tuttora in vigore testo costituzionale. 5 settembre: Gruppi d'assalto formati da civili, secondo il presidente Evo Morales finanziati dai prefetti ribelli delle regioni ricche del Paese, hanno occupato uffici rappresentanti di istituzioni pubbliche nella zona di Cobija, regione del Pando (nella Bolivia Orientale), gettando nel panico il Paese. Ma anche nel dipartimento di Beni un gruppo di civili ha assaltato gli uffici del Servizio di Riscossione delle Imposte costringendo le forze di polizia a chiedere rinforzi per mantenere l'ordine pubblico. Ma la situazione è davvero delicata. Il presidente indios ha ricordato come queste azioni abbiamo molte cose in comune con i fatti avvenuti nel 1980 quando il generale Meza aiutato da alcuni militari mise in atto il suo colpo di Stato.