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Crisi nella Striscia di Gaza: come siamo arrivati a questo punto?


Peacereporter ha tradotto la più completa analisi della situzione passata e presente a Gaza ed Israele scritta dal giornalista israeliano Uri Avney che invito a leggere integralmente:
"L'embargo aereo, marittimo e terrestre imposto a un milione e mezzo di esseri umani è un atto di guerra, così come qualsiasi bombardamento o lancio di razzi. Paralizza la vita nella Striscia di Gaza: eliminando le principali fonti di impiego, spingendo centinaia di migliaia di persone sull'orlo della fame, impedendo alla maggior parte degli ospedali di funzionare, interrompendo la fornitura di elettricità e di acqua. Coloro che hanno deciso di chiudere i valichi - con qualsiasi pretesto - sapevano che non ci poteva essere un reale cessate il fuoco in quelle condizioni. Questo è il punto principale. Poi sono giunte le piccole provocazioni volte a spingere Hamas a reagire. Dopo diversi mesi, durante i quali non era stato lanciato quasi nessun razzo Qassam, un'unità militare israeliana è stata inviata nella Striscia "al fine di distruggere un tunnel giunto in prossimità della recinzione di confine". Da un punto di vista puramente militare, sarebbe stato più sensato tendere un'imboscata dal nostro lato del confine. Ma l'obiettivo era trovare un pretesto per porre fine al cessate il fuoco, in una maniera che rendesse plausibile dare la colpa ai palestinesi. E infatti, dopo molte di queste piccole azioni, in cui sono stati uccisi combattenti di Hamas, il gurppo islamico ha risposto con un massiccio lancio di razzi, e - guardate un po' - il cessate il fuoco è terminato. Tutti hanno accusato Hamas."