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Coltan, cellurari e guerra in Congo


Dopo aver ricordato come l'uranio sia uno dei motivi della guerra in Congo, combattuta per lo più da potenze straniere e sulla pelle del popolo, concentriamoci sul coltan.Il coltan? Il coltan veniva sfruttato anche prima della Seconda guerra mondiale, ma è diventato strategico solo da qualche anno. Prima valeva pochissimo e nessuno voleva estrarlo. Spaccare le pietre sotto il sole non è un lavoro piacevole. Ora è richiestissimo dall'industria ultratecnologica e le concessioni si sono moltiplicate. A cosa serve il coltan? Serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione. Nei telefonini, per esempio, o nelle telecamere o nei computer portatili dove il problema più difficile da risolvere è quello della durata delle batterie.
Ha l'aspetto di sabbia nera e si trova soprattutto in Africa (l'80% in Congo). Contiene tantalio e niobio, due metalli che per le loro caratteristiche ed applicazioni sono diventati più preziosi dell'oro e dei diamanti, di cui il Congo è anche molto ricco. Nel 1999 per un pound (1 pound = 0,4536 Kg) di coltan grezzo si pagavano dai 3 ai 4 US$; per arrivare a fino a 380 US$ nel dicembre 2000, in concomitanza con lo sviluppo dei cellulari UMTS e la diffusione di videogiochi interattivi diffusi sul mercato internazionale dalla celebre Sony Playstation II). A partire dal 2001 il prezzo inizia a calare: 150 US$ in aprile, 100 US$ a luglio, fino a 30/40 US$ in ottobre.In Congo si combatte dal 1998 una guerra civile che vede l'ingerenza di tutti i paesi confinanti. Con alterne alleanze ma con un chiaro filo conduttore: il coltan è indispensabile per il finanziamento degli eserciti in gioco. Informazioni riservate in possesso delle Nazioni Unite rivelano che in Kazakistan è diretta la maggior parte del coltan estratto da queste parti che fa guadagnare agli eserciti più di un milione di dolari al mese.Se nel caso dei diamanti c'è il "protocollo di Kimberley" che traccia la provenienza delle pietre in modo che sia impossibile per un gioielliere acquistare diamanti grezzi di cui non si conosca l'esatta provenienza (anche se il protocollo viene spesso aggirato), per il coltan al momento non c'è niente che possa in qualche modo contribuire a tracciarne la provenienza e quindi, come per i diamanti, costringere gli estrattori a rispettare determinate regole che includano il divieto di far uso di bambini di età inferiore ai 16 anni, l'obbligo di pagare adeguatamente le persone che estraggono il prezioso minerale, il rispetto dei diritti, ma soprattutto che fissi regole precise sia per le compagnie di estrazione che per gli acquirenti in modo da tagliar fuori coloro che commerciano il coltan clandestinamente per poi usare il denaro nell'acquisto di armi o per finanziare conflitti.