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Turismo sessuale infantile: italiani brava gente?


Nove milioni di bambine, un milione di ragazzini. Un giro d'affari da 250 miliardi. Ottantamila viaggiatori - giovani, colti, reddito medio - che ogni anno lasciano l'Italia (salda in testa alle classifiche dei predatori) a caccia di sesso proibito. In crescita l'Europa dell'Est, la REpubblica Ceca e la Russia su tutti. Ma Thailandia, Bali, Cambogia e Vietnam restano le mete più frequentate.Bisognerebbe saper moltiplicare per mille, centomila, un milione il viso dei propri figli, nipoti, fratelli, per comprendere la portata di queste cifre. In Italia, però, qualcosa si muove. «Molto, per la verità. Il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, sta dedicando parecchia attenzione al tema; è stata a Rio con una task force di funzionari e poliziotti. E sta realizzando il piano d'azione su cui ci eravamo impegnati a Stoccolma, nel '96...».C'è, però, un problema. Che va sotto il nome di disegno di legge sulle intercettazioni. Non si ricorda un'indagine dove il telefono non sia stato fondamentale. È impossibile aspettare di avere altri elementi per agire. Non stiamo parlando di un furto di mele, ma di bambini: ogni giorno in più è un giorno di morte. Per questo, le associazioni del settore hanno lanciato un appello, chiunque voglia unirsi, contatti Ecpat.Qui la mia testimonianza del turismo sessuale in Repubblica Dominicana