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Crisi, povertà e ambiente


Ogni tanto leggo il Blog www.ideas4development.org che è uno spazio che andrebbe tenuto molto d'occhio per la ricchezza di idee e contributi che offre. Oggi rubo alcuni contributi sul rapporto tra poveri, crisi finanziaria e economica e l'emergenza ambientale.Shafik Minouche, segretaria permanente del Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale ingleseIn tutte le crisi economiche sono i poveri quelli che soffrono di più. Tanto le persone come i paesi poveri sono più vulnerabili e sono quelli senza risparmi e senza le istituzioni che potrebbero aiutarli nei momenti difficili. Nelle precedenti crisi, le nostre energie si sono concentrate troppo tardi sulle conseguenze negative che hanno avuto per i poveri. (...) Per i paesi in via di sviluppo, questa crisi è iniziata con il picco dei prezzi dei prodotti alimentari sperimentato nei primi mesi del 2008. (...) Nei prossimi mesi, la maggior parte dei paesi poveri dovrebbe introdurre programmi di protezione sociale perchè questa crisi economica non provochi povertà che duri per generazioni e comprometta i progressi compiuti di recente, in particolare in materia di istruzione. (...) Idealmente, bisogna creare un meccanismo di finanziamento per mostrare al mondo che, oltre al coordinamento internazionale delle politiche volte a salvaguardare i sistemi finanziari del mondo, si può lavorare insieme per proteggere i più poveri dagli sconvolgimenti che la globalizzazione provoca necessariamente.Rajendra Kumar Pachauri, presidente del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climaticiGli impatti del cambiamento climatico sono particolarmente dannose per alcune delle società più povere del mondo. (...) Il cambiamento climatico aggrava i già gravi problemi di scarsità d'acqua e di cibo e cattive condizioni di salute che esistono in molte parti del mondo. L'AR4 ha previsto che, come già nel 2020, tra i 75 ei 250 milioni di persone in Africa soffriranno di scarsità d'acqua dovuta al cambiamento climatico. (...) Abbiamo bisogno con urgenza di ridurre i gas a effetto serra, in particolare nei paesi sviluppati. (...) Una forte motivazione per la mitigazione è che tali riduzioni producono una serie di co-benefici come la riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico, che migliora la salute, più sicurezza energetica e creazione di posti di lavoro, per esempio, attraverso la sviluppo di sistemi di energie rinnovabili in varie parti del mondo.Mettiamo insiene le due cose il risultato è uno solo: per uscire dalla crisi bisogno investire in energia rinnovabili e nell'economia reale, non dare soldi per le auto!