Sembra a tutti i livelli che tra le location che la squadra di Moratti sta prendendo in considerazione per costruire un nuovo stadio ci sia il Parco delle Cascine di Pioltello. Prima di entrare nei dettagli del progetto facciamo un passo indietro e guardiamo al parco.Il Parco si sviluppa in un ambito nel quale le strutture urbane occupano la maggior parte del territorio. In particolare la porzione più settentrionale lungo il Martesana si trova compresa in un continuo urbano caratterizzato dal susseguirsi delle diverse tipologie di ambiti edificati. Ha una superficie di 213 ettari ed è per la maggior parte di proprietà di privati. Il piano regolatori di Pioltello prevede su questa zona solo la costruzione di aree standar, cioè di servizi fruibili da tutti (impianti sportivi, teatro, luoghi di ritrovo) per una volumetria molto ridotta. Quasi metà del parco è di proprietà di un singolo soggetto il quale ha la responsabilità di mantenere il proprio pezzo, così come gli altri, agibile e in stato decoroso. Questo proprietario avrebbe però negli anni trascurato la manutenzione ordinaria (anche il semplice taglio dell'erba ha avuto bisogno di ordinanze ad-hoc) e favorito a vario titolo l'insediamento di comunità rom presso l'unica cascina ancora agibile, la cascina Bareggiate.
Proviamo a capire dove finirebbe il nuovo stadio dell'Inter
Sembra a tutti i livelli che tra le location che la squadra di Moratti sta prendendo in considerazione per costruire un nuovo stadio ci sia il Parco delle Cascine di Pioltello. Prima di entrare nei dettagli del progetto facciamo un passo indietro e guardiamo al parco.Il Parco si sviluppa in un ambito nel quale le strutture urbane occupano la maggior parte del territorio. In particolare la porzione più settentrionale lungo il Martesana si trova compresa in un continuo urbano caratterizzato dal susseguirsi delle diverse tipologie di ambiti edificati. Ha una superficie di 213 ettari ed è per la maggior parte di proprietà di privati. Il piano regolatori di Pioltello prevede su questa zona solo la costruzione di aree standar, cioè di servizi fruibili da tutti (impianti sportivi, teatro, luoghi di ritrovo) per una volumetria molto ridotta. Quasi metà del parco è di proprietà di un singolo soggetto il quale ha la responsabilità di mantenere il proprio pezzo, così come gli altri, agibile e in stato decoroso. Questo proprietario avrebbe però negli anni trascurato la manutenzione ordinaria (anche il semplice taglio dell'erba ha avuto bisogno di ordinanze ad-hoc) e favorito a vario titolo l'insediamento di comunità rom presso l'unica cascina ancora agibile, la cascina Bareggiate.