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Balene e baia di Samanà: attacco del turismo di massa a un angolo di paradiso


La prima volta che sono stato a Samanà era il 2003, in coda a un mese di lavoro nelle baraccopoli, qualche giorno per riprenderesi prima di tornare a casa. La penisola di Samanà si trova nel nord della Repubblica Dominicana e si sviluppa in una regione a bassissima densità di popolazione dove era difficile trovare altri turisti al di fuori dai periodi di alta stagione. La città principale non supera i 50.000 abitanti e gli altri centri sono (erano) poco più che villaggi, le strade di collegamento erano poche e impervie e per raggiungere Santo Domingo (l'aereoporto internazionale più vicino) ci volevano più di 6 ore.Samanà, prima di essere conosciuta come la sede delle prime edizioni dell'Isola dei Famosi, era già famosa per lo spettacolo che le balene danno nel suo golfo tra febbraio e marzo. Le megattere arrivano a migliaia per accoppiarsi dando vita così a delle danze a una distanza relativamente bassa dalla riva.
L'industria turistica di Samanà si era sviluppata con piccoli alberghi e molti ristoranti, si poteva fare un'esperienza di vita nella città, favorendo l'economia locale e i dominicani che gestivano i locali. Ora le cose stanno cambiando. Il Governo ha deciso che lo sfruttamento intensivo di Punta Cana, Bavaro, La Romana, Bahiaybe e Juan Dolio non era sufficiente, bisognava puntare anche su Samanà è allora ha dato il via alla costruzione di un aereoporto internazionale sulla penisola (inaugurato nel 2006), di una autostrada Samanà-Santo Domingo (inaugurata nel 2008) che permette di arrivare alla capitale in tre ore circa, e ha concesso l'autorizzazione a costruire una serie di villaggi turistici all-inclusive e un numero impressionante di residence. Queste ultime due decisioni, in particolare, hanno di fatto tolto risorse all'economia locale che non beneficia affatto della presenza di turisti nei villaggi, ma, al contrario, si è vista espropriare ampi settori di spiaggia, mentre le coste si stanno riempiendo di seconde case di europei che rimangono chiuse e sfitte per la maggior parte del tempo, portando così a una cementificazione dell'ambiente.
L'ultimo colpo all'economia locale lo stanno dando le crociere. Il modo migliore per conoscere la Repubblica Dominicana è affittando una macchina e girandola con calma fermandosi nelle piccole baie che si aprono ad ogni piè sospinto, ma i tour operator giocano a mettere paura ai turisti per vender loro pacchetto pre-confezionati e tutti uguali. Le crociere sono uno di questi casi. Al largo di Samanà sorge una piccola isola: Cayo Levantado che è diventata un porto di attracco per le navi da crociera (che la superano in altezza). Ora la grossa battaglia è tra i barcaderos della costa e gli operatori delle crociere. Nel periodo delle balene molti dominicani utilizzano le loro barche per portare i turisti al largo ed osservare da vicino lo spettacolo delle megattere, ma ai turisti delle crociere vengono venduti a bordo dei pacchetti ad un prezzo doppio di quello fatto dai barcaderos. La segreteria del Turismo ha ceduto alle pressioni delle grandi crociere vietando ai barcaderos di attraccare all'isola nei giorni in cui arrivano le navi ponendo questi nella situazione di vendere sottocosto i loro servizi ai padroni delle crociere, o rimanere senza turisti.
Bisogna tener presente che l'impatto che le navi da crociera hanno sulla fauna marina è molto elevato. "Sotto studio" viene dichiarato ufficialmente, ma di fatto l'impatto sonoro delle grandi navi sta disturbando l'habitat dei cetacei che negli ultimi anni sono in costante diminuzione. L'aumento di turisti ha anche portato ad un aumento dei rifiuti e dell'inquinamento delle acque. Una riflessione grande dovrebbe essere fatta a tutti i livelli (Governo, Provincia, operatori turistici) perchè avanti di questo passo, delle balene, a Samanà, rimarrà solo il ricordo. A noi la responsabilità di sostenere un turismo meno invasivo possibile.