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C'è una crisi di democrazia in Kuwait


I cittadini di Kuwait City qualche giorno fa erano in piazza e non si scagliavano di certo contro un regime autocratico e ancora meno contro il re. No, il loro grido era "Abbasso il Parlamento" e la speranza - avveratasi qualche giorno dopo - era che il re sciogliesse le Camere, liberamente elette.Le principali colpe del Parlamento sarebbero di aver fermato lo sviluppo, bloccando ad esempio un contratto da 7 miliardi e mezzo con la Dow Chemical, e quello di limitare le libertà dei cittadini imponendo sempre di più restrizioni correlate all'Islam conservatore."Eravamo l'invidia di tutto il golfo con la nostra democrazia, ma ora siamo noi a essere invidiosi" - ha detto Ali al-Baghli, presidente della Società per i diritti umani del Kuwait ed ex parlamentare. "La gente non ne può più dell'Assemblea nazionale: ha fermato tutto lo sviluppo e approvato leggi liberticide".Per questo l'Emiro, Sabah al Ahmad al Jaber al Sabah, ha scelto di scioglere le Camere, spingendo il Paese verso le terze elezioni in altrettanti anni e, anche se contrariamente alle aspettative di molti non ha sospeso la Costituzione per tornare a un regime assoluto, ha avvisato che non esiterà a "prendere quei provvedimenti necessari per mantenere la sicurezza e la stabilità del Kuwait".Ah, i resti delle guerre sono duri a scomparire.