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Attenne alzate per la riforma dell'istruzione degli adulti


Il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura il regolamento sull'istruzione degli adulti. La strada intrapresa rischia di ridurre la platea dei fruitori sia per motivi di ordine "qualitativo" (tutte le tipologie di utenza vengono ricondotte a percorsi finalizzati al conseguimento di un Titolo) che di ordine "quantitativo" (si va verso una consistente riduzione dell'offerta).oggi ai serali e ai CTP accedono tre tipologie di utenza:1. lo straniero che necessita di alfabetizzazione nella nostra lingua, circa il 50%;2. chi - italiano o straniero - vuole acquisire competenze di vario tipo, in particolare informatiche o relative a una lingua straniera, 30%;3. chi - quasi esclusivamente italiani, quasi tutti concentrati nei serali - vuole conseguire un titolo di studio (principalmente assolvimento dell'obbligo, ma non solo), 20%.Sembra che il Governo sia interessato a far entrare in formazione solo il maschio, lavoratore, adulto, italiano che desideri ottenere certificazioni che gli mancano (la licenza media, un diploma...): la vecchia impostazione dei serali, appunto. Infatti costringe tutti a frequentare corsi per 600 ore, esclude che un individuo possa desiderare di frequentare solo alcuni moduli e certificarne il raggiungimento di obiettivi specifici.Ci sarebbe stato bisogno di una legge quadro per l'apprendimento permanente, che prevedesse specifiche condizioni di reclutamento, di normativa e di condizioni di lavoro che consentano alla formazione degli adulti di essere profondamente diversa dalla scuola del mattino, a partire dalla possibilità di riconoscere e formalizzare i crediti maturati sul lavoro.