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Piano casa in Lombardia è legge, con molti punti in ombra


Riprendo da Edilportale
Approvato dal Consiglio Regionale il Piano Casa lombardo, che diventa legge dopo due rinvii. Dopo l'approvazione in Giunta Regionale, il testo aveva subito diverse proposte di emendamento.Quattro le tipologie di intervento individuate dalla legge regionale: recupero e riutilizzo di volumetrie abbandonate o sottoutilizzate; ampliamento fino al 20% , e comunque non superiore a 300 metri cubi, del volume complessivo di edifici mono e bifamiliari o di edifici trifamiliari con volumetria fino a 1.000 metri cubi; demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi, con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente, aumentabile al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde, cioè una dotazione arborea che copra almeno il 25% del lotto; riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica.Le proposte di modifica miravano a limitare gli interventi di ampliamento degli edifici residenziali, commerciali e industriali nei centri storici e nei parchi, anche se, replica Bordoni, relatore del ddl e componente della Commissione Territorio, il testo ha come obiettivo la sostituzione degli edifici non coerenti con le caratteristiche storico architettoniche. L'opposizione resta però ferma contro l'utilizzazione di nuovo suolo, sostenendo che la soluzione del fabbisogno abitativo della Regione non passa attraverso la realizzazione di mansarde, verende e depandance. Respinte le istanze dei Verdi, che difendevano l'illegittimità del disegno di legge regionale per la deroga alle norme nazionali in vigore. Sei i fronti toccati dagli emendamenti proposti dagli ambientalisti. In primo luogo la restrizione dell'ambito di applicazione della legge alle sole aree urbane degradate, escludendo centri storici e nuclei urbani minori costruiti prima del 1945, eliminando anche la possibilità di deroga ai Piani Territoriali di Coordinamento dei parchi. Giudicata poi troppo vaga la definizione "non coerenti" per i fabbricati situati nei centri storici sui quali si vorrebbe consentire la possibilità di intervento. Chieste anche maggiori cautele per gli interventi in aree agricole e il divieto di estendere il provvedimento agli edifici produttivi. Proposte infine l'eliminazione dei premi aggiuntivi in volumetria per gli interventi che assicurino un "congruo equipaggiamento arboreo" e l'introduzione di una dichiarazione generale per escludere ogni ulteriore consumo di suolo.Marcello Saponaro, consigliere dei Verdi, ha dichiarato: "La nuova legge è da un lato insufficiente, perché non risolve e non può risolvere i motivi della crisi, e dall'altro è un pericolo per il rischio di imbruttimento delle nostre città a cominciare dai centri storici e dai parchi che più saggiamente le altre regioni italiane non hanno incluso nella logica "emergenziale" di questo provvedimento."