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Attentati in Indonesia, un breve racconto sull'origine dei gruppi cosidetti islamici


I media parlano così dei presunti responsabili degli attacchi agli hotel a Giakarta: "Gli attacchi negli hotel di Giakarta hanno il marchio operativo degli estremisti che operano nello scacchiere asiatico". Poi ci sono quelli come Libero che ritirano fuori la storia Al Qaeda, che va sempre bene. Da notare che ne' il governo indonesiano, ne' quello statunitense abbiano parlato della presunta rete di Bin Landen. E un motivo c'è.In Indonesia la questione religiosa è molto particolare e non si incastra con i clichè buoni per l'Aghanistan. I gruppi religiosi sono sempre espressione di posizioni politiche che non hanno nulla a che vedere con la fede. Il tutto nasce sotto la dittatura di Suharto (1965-1998) che aveva due potenziali oppositori, il partito comunista e i credenti ferventi. Avendo eliminato i primi (nell guerra civile che lo porto al potere morirono tra i 300.000 e i 500.000 oppositori) creò un gruppo oltranzista islamico con un solo scopo: poter criminalizzare gli oppositori al regime che non potevano essere ricondotti al Partito comunista. Negli anni settanta, i servizi segreti indonesiani costruirono così una sorta di movimento radicale islamico, il cosiddetto Komando Jihad. Dopo la caduta del dittatore, che, ricordo, è stato per anni il più fedele alleato degli Stati Uniti nel continente, i finti gruppi islamici caddero nel dimenticatoio fino al 2002 quando ci fu a Bali un grosso attentato con 183 morti. Subito i governi Usa e australiano accusarono "l'organizzazione integralista indonesiana Jemaah Islamiyah, che ha legami con Al-Qaida". La Jemaah è proprio uno di quei gruppi nati da Komando Jihad, quindi con molti dubbi sul loro legame con Al Quaeda. La verità è che i musulmani indonesiani si sentono sotto accusa, accomunati ai talebani afgani e ai separatisti filippini di Abu Sayyaf nel gran calderone che porta il nome di Al Qaeda.La Jemaah Islamiyah in realtà è una vera nebulosa: una rete più che un'organizzazione e su cui si sa ancora troppo poco. Finora il grande accusatore è il kuwaitiano Faruq e le intelligence malaysiane, filippine e di Singapore. In Indonesia si crede poco che possano essere gli ideatori degli attentati di Giakarta, forse gli esecutori, ma non le menti. Facilmente i gruppi estremisti si sono fatti manovrare agli scopi di politici ben più laici. Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyonoha parlato di una campagna sovversiva per destabilizzare il Paese, una campagna che secondo l'intelligence include anche piani per assassinare lo stesso capo di stato. E questa campagna non trova le origini negli estremisti islamici ma nei suoi oppositori politici.L'Indonesia è il paese che controlla l'arteria marittima chiave del commercio del rampante Estremo oriente, gli stretti di Malacca, la giugulare dalla quale passa la maggior parte delle forniture di energia e di materie prima dirette in Cina, Giappone, Corea e Taiwan. Quale sarebbe l'importanza del controllo degli Stretti all'inizio della ripresa economica mondiale?