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Honduras, il presidente legittimo Zelaya è rientrato a Tegucigalpa dopo 80 giorni di esilio forzato


Il presidente legittimo dell'Honduras, Manuel Zelaya, detto Mel, costretto all'esilio forzato il 28 giugno scorso da un colpo di stato militare, è riuscito a rientrare nel suo paese e adesso si trova nell'ambasciata brasiliana a Tegucigalpa. L'intento è aspettare l'arrivo del segretario generale degli Stati americani (Osa), Miguel Insulza, dal quale ottenere l'appoggio ufficiale per il suo rientro e la sua ripresa del potere, da ottanta giorni nelle mani di Roberto Micheletti.Ringraziando il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, per il gesto diplomatico, Mel ha incitato il popolo d'Honduars ad avvicinarsi all'ambasciata che lo sta ospitando e ad aiutarlo a recuperare il filo costituzionale. In una conferenza stampa ha quindi spiegato come ha fatto a eludere i severi controlli dei golpisti, lasciando intendere che qualcuno lo ha aiutato: "Ho percorso mezzo Honduras ... quasi 15 ore in differenti mezzi di trasporto. Ho avuto chi ha collaborato, ma non posso dire chi sia affinché nessuno venga molestato... alle Forze armate d'Honduras ... chiedo il buonsenso: la gente è disarmata e pacificamente sta gridando loro di consegnarsi, con allegria", ha spiegato Zelaya.Intanto, la gente di Tegucigalpa sta rispondendo all'invito di Mel e sta radunandosi intorno all'ambasciata brasiliana. C'è felicità ed emozione. Secondo il coordinatore de Fronte Nazionale contro il colpo di stato Micheletti non durerà per più di 24 ore.Aggiornamento: Il capo del governo golpista dell'Honduras, Roberto Micheletti ha imposto il coprifuoco in tutto il Paese.ore 01.13: Micheletti chiede che Zelaya venga consegnato alla polizia hondureña, il presidente dell'organizzazione degli stati americani potrebbe recarsi domani in honduras.nella notte italiana: Una ventina di uomini hanno raggiunto a casa un giornalista della nota radio Globo, intimandogli con la forza di smettere di diffondere quanto sta realmente accadendo intorno a Zelaya. Ma la gente ha continuato imperterrita a uscire per le vie della capitale, radunandosi intorno all'ambasciata del Brasile e alla sede dell'Onu, il tutto sotto il severo controllo dell'esercito, in assetto antisommossa, e vigilati dall'alto dai voli bassi degli elicotteri militari.22 settembre: Gli Usa avallano il rientro del presidente legittimo, pur precisando di non essere stati interpellati prima. In passato, avevano intimato a Zelaya di non rientrare nel suo paese, perché troppo rischioso.Foto di Zelaya nell'ambasciata brasiliana
Verso le 5 e mezza del mattino i militari e la polizia hanno attaccato la gente fuori dall´ambaciata del Brasile! Lacrimogeni e spari, repressione dura! Pattuglie ovunque per la capitale. Quella che era una festa nazionale l´hanno trasformata in una tragedia. Arrivano già notizie di molte persone ferite, di bambini che nel fuggi fuggi si sono persi, di arresti a chiunque sia per le strade.Aggiornamento: 2 manifestanti uccisi con proiettili nel cranio.23 settembre: Il Brasile ha chiesto la convocazione di una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu.