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Zelaya ritornerà presidente dell'Honduras, anche se con poteri ridotti


La notizia mi rende felice: raggiunto l'accordo tra la delegazione golpista e i rappresentanti del presidente legittimo, deposto 4 mesi fa.
Roberto Micheletti, presidente de facto, ha chinato il capo: è bastato un breve incontro con Shannon, segretario di Stato Usa per l'Emisfero occidentale, che magicamente ha detto sì e ha rimesso al Congresso Nazionale la decisione se restaurare o meno Mel a capo dell'esecutivo. Non solo, in vista della tornata elettorale di fine novembre, il golpista ha anche digerito l'idea di creare un governo di unità nazionale, il medesimo - ma finora denigrato - disegnato nei colloqui in Costa Rica a luglio, da Óscar Arias, il capo di stato scelto da Hillary Clinton per portare pace in Honduras.Non siamo nei migliori dei mondi possibili, perchè a parte il ritorno di Zelaya tutte le altre richieste del Fronte che da 4 mesi si batte contro il golpe, e in particolare quella di convocare un'Assemblea Costituente, non sono state accolte. però io non sono così negativo.Diversamente la pensano quanti hanno seguito senza stancarsi le vicende del piccolo paese centroamericano. Gennaro Carotenuto scrive: "Finisce così apparentemente a tarallucci e vino un colpo di stato durato quattro mesi. Un colpo di stato che solo nelle grandi città (nessuno sa cosa è successo davvero nell'interno) ha causato almeno 24 morti ammazzati, centinaia di persone ferite da colpi di arma da fuoco o percossi selvaggiamente, almeno 3000 detenzioni illegali, centinaia di torturati e alcune decine di persone le sorti delle quali sono tuttora sconosciute.". Scrivono su Selvas: "I "vogliamo Sam (zio)" realizzarono il colpo di Stato come misura preventiva per spazzare via ogni possibilità di cambiare la Costituzione. Sono riusciti a congelare la situazione, con un modello di governabilità basato sull'uso permanente dell'esercito contro la società civile che -alla lunga- è insostenibile."