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Honduras e Urugay, due storie inverse


Stessa domenica per due elezioni presidenziali, ma non stessa storia.
Pepe Mujica
, ex guerrigliero tupamaro, ha vinto il ballottaggio per le elezioni in Uruguay. Succede a un presidente di sinistra (anche se alcuni giornali scrivono: Anche l'Uruguay a sinistra), Mujica si è appellato da subito all'unità nazionale, dichiarando che "in queste elezioni non ci sono stati né vinti né vincitori". L'ex guerrigliero ha inoltre ribadito di voler proseguire la linea pragmatica e moderata perseguita dall'attuale governo, guidato da Vazquez. Le votazioni presidenziali si sono svolte in un clima estremamente tranquillo, segno della tradizione democratica del Paese.In Honduras, invece, si è receto alle urne solo il 35% della popolazione, partecipando a delle elezioni boicottate da tutti i partiti di sinistra e da diversi candidati (poi ritirati) del Partito Liberal del golpista Micheletti e del deposto presidente Zelaya. Porfirio Lobo, il candidato del Partito Nazionale, ha vinto le elezioni. Le votazioni si sono svolte in un clima elettorale molto teso. Circa trenta mila uomini, tra esercito e polizia, hanno presidiato Tegucigalpa e le altre città dell'Honduras per evitare lo scoppio di possibili scontri e rappresaglie. La violenta reazione dell'esercito ha portato all'arresto di 83 manifestanti in marcia pacifica, a svariati feriti alcuni dei quali portati via dai militari in luoghi non accessibili agli esponenti del Frente e ai parenti. Ci sarebbe anche un morto. La maggioranza degli stati sud americani sono orientati a non riconoscere l'esito delle elezioni perchè realizzate fuori dallo stato di diritto.