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Haiti, sfogo


Hanno scoperto Haiti solo quando si è verificato il dramma collettivo più grosso e concentrato dell'umanità. I conti sono a 110.000 vittime in meno di un minuto di scossa. E giù a dare la colpa a Dio e al fato, ma loro non c'entrano, perchè le case della Port-au-Prince ricca sono ancora in piedi e ancora circondate da milizia private per dividerli dai poveri. Haiti ha subito invasioni, dittature e colpi di stato spesso manovrati dall'estero e a vantaggio dell'estero. Non ha mai potuto costruirsi una propria politica perchè quando ci ha provato, anche in tempi recenti, interessi in texas e dintorni non l'hanno permesso. Ora tutti a destrivere un popolo che non sa organizzarsi o che compie atti estremi, tutti a parlare di come l'altra metà dell'isola abbia avuto una storia diversa, ma nessuno che guarda le causa. Haiti è stata isolata dal resto del mondo perchè aveva la colpa di essere governata da ex-schiavi, è stata sottoposta a dittature durissime perchè venivano garantiti gli interessi dei latifondisti usa e poi degli industriali dalla usaid, ha subito la distruzione della propria economia rurale perchè vi era bisogno di manodopera in città, e allora sotto con la strage di maiali, e poi, quando la situazione è diventata troppo instabile per essere controllata, è diventata il territorio di scontro di nazioni in cerca di supremazia geografica. Francia contro usa, venezuela contro brasile. In tutto questo il vicino dominicano ha sempre rifiutato il suo ruolo di guida che invece gli spetterebbe di dovere. Solo di fronte alla catastrofe ha avuto un sussulto di umanità, forse anche perchè adesso gli occhi avidi della banca mondiale e del fondo monetario internazionale si sono spostati di qualche chilometro. Mentre gli svizzeri continuano a custodire il bottino dei dittatori. Ora l'interesse collettivo per Haiti, dopo il giorno della scoperta, quelli dello sconforto e quelli della commozione sta scemando. Basta guardare la curva delle ricerche su google della parola Haiti,in Italia, siamo a picco.
Si sono persi giorni preziosi per discutere chi dovesse coordinare cosa, quando l'ONU ha un'agenzia che dovrebbe fare proprio questo in caso di emergenza. Si è preferito, per scelta o per incapacità, far montare la rabbia che la fame porta con sè, per trovarsi di fronte ad una situazione esplosiva e poter dire, guardate, gli haitiani non vogliono neanche farsi aiutare. Si sono escluse le forze locali dalla gestione dell'emergenza, con la solita mania di protagonismo dei donatori, più preoccupati ad avere un aereo da mostrare al tg della sera che capire cosa fosse davvero necessario. Si sono ignorate completamente zone colpite, perchè poco giornalisticamente spendibili, basti pensare a Jacmel, distrutta al 90% che per una settimana non ha visto aiuti, quando sarebbe stata facilmente raggiungibile via mare dalla repubblica dominicana. Solo chi ha saputo, come i gesuiti, coinvolgere la popolazione nella gestione dell'emergenza non ha bisogno della difesa dell'esercito. Possibile che si debbano vedere persone che ricevono cibo sotto lo sguardo di un fucile puntato? E' questa l'idea di aiuto che abbiamo in mente? Un amico mi scrive, quando torno nel punto ONU dopo una giornata a scavare, è possibile vedere questi soldati con le unghie pulite, che bevono caffè scherzando e che girano solo dentro ai loro blindati? Ed ora, quella linea azzurra tornerà a zero, molto più velocemente di come si possa pensare, presto Haiti tornerà ad essere un problema delle agenzie governative di sviluppo che cercheranno di trarre i maggiori vantaggi per i loro finanziatori. Non assisteremo ad una politica di aiuti che preveda il ritorno delle persone nelle campagna, perchè se non era vantaggioso per noi nel 1993, figuriamoci adesso. Continueremo a spingere perchè facciano bieco assemblaggio di prodotti da vendere sui mercati occidentali a basso costo, magari facendoli lavorare 14 ore al giorno per meno di un dollaro, come accadeva fino all'11 gennaio, prima del terremoto. Sicuramente, protetto dai marines, qualche investitore usa aprire un villaggio turistico di lusso in cui venderanno una visita tra le macerie delle cittadine colpite, con i turisti che da dentro un autobus faranno foto e si porteranno le mani alla bocca. Ma tutto il ricavato di questo turismo resterà in mani occidentali, qualche dollaro al mese per chi farà le pulizie e nulla più. Se le persone che si sono commosse scoprendo Haiti se ne dimenticheranno in fretta, allora il terremoto non è servito a nulla. Colpisce anche l'iporisia di chi scrive, stndo seduto a parigi o roma che ad Haiti spariscono i bambini dagli ospedali, ma forse non sanno cosa sta succedendo. Le mie amiche haitiane che vivono in repubblica dominicana e dopo il terremoto sono partite alla ricerca dei famigliari, mi raccontano scene agghiaccianti, durante tutto il percorso vengono inseguite da madri che le supplicano di portare via i loro neonati, di salvarli dal disastro. Donne che non hanno nessuna richiesta per sè, ma sperano solo che i propri figli riescano ad uscire dall'inferno e per amore loro sono disposte a regalarli ad altre donne che vivono in baraccopoli. Davanti a questo come è possibile parlare della scomparsa di 15 bambini dagli ospedali? Come se la soluzione fosse militarizzare pure quelli. O, in fretta, si costruisce un'alternativa, o tra pochi mesi la situazione sarà di tutti contro tutti. Quindi, continuate a cercare le notizie su Haiti, anche se i giornali le fammo scivolare lentamente verso il basso. Sapete che i giornali parlano di quello che riceve più click sul loro sito, e se ne parlano i giornali anche i governi, forse, qualcosa faranno, qualcosa di più di mandare l'uomo per tutte le stagioni bertolaso.Scusate lo sfogo.