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L'informazione racconta i reati o serve la politica?


Guardate il grafico elaborato dell'Osservatorio di Pavia, a cui ho aggiunto alcuni riferimenti ad avvenimenti politici.
Al termine della legislatura 2001-2006 i reati erano in crescita, ma con l'avvicinarsi delle elezioni il flusso informativo sugli stessi è calato per screscere in maniera spropositata con l'inzio di Governo Prodi. Dopo il voto di sfiducia a Prodi, quando ormai non era più necessario fare pressione sul governo le informazioni sono calate per poi crescere leggermente in occasione della campagna per approvare il decreto così-detto sicurezza di Maroni.La linea gialli indica come venga percepita la sicurezza, è evidente che non va di pari passo con il numero di reati commessi, che, grosso modo, è stabile, ma subisce, con un ritardo di circa sei mesi, il flusso delle notizie.Quando ci sentiamo insicuri, chiediamoci se è colpa del numero di reati o del numero di notizie.A questo aggiungiamo tre osservazioni della relazione:la quantità di notizie relative alla criminalità in Italia è superiore a quella degli altri paesi europei, soprattutto nelle reti pubbliche. Il Tg1 ha il doppio di notizie del Tg spagnolo e venti volte in più rispetto al telegiornale tedesco; la pagina della criminalità in Italia è costante, l’agenda dei telegiornali francesi, inglesi, tedeschi e spagnoli non rileva la presenza quotidiana di notizie criminali. L’agenda di quelli italiani, invece, prevede almeno due notizie di criminalità tutti i giorni; la copertura mediatica della criminalità “comune” è una peculiarità dei telegiornali italiani; nei telegiornali degli altri paesi europei, notizie di furti, rapine, incidenti automobilistici non trovano rappresentazione, viceversa in quelli italiani i reati comuni occupano circa il 60% di tutta la pagina dedicata alla criminalità.