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Una tormenta ha distrutto un campo profughi haitiano


Dopo il terremoto del 12 gennaio intorno a Port-au-Prince sono stati creati dalle organizzazioni internazionali centinaia di tendopoli. Questa, quella di Corail-Cesselesse, era stata costruita a 24 chilometri dalla capitale, in una pianura deserta ed isolata. Lo scopo era proteggere dalle alluvioni i terremotati che avevano trovato rifugio in un campo da golf di Petionville ed erano aiutati dall'attore Sean Penn.Ma la natura ha modi strani di celebrare le ricorrenze e così lunedì 12 luglio, a sei mesi esatti dal terremoto, la tendopoli è stata allagata a seguito di forti piogge, almeno 94 tende sono state portate via dalle acque ed è saltato tutto l'impianto elettrico.Purtroppo le organizzazioni internazionali non hanno capito ciò che invece era chiaro a molti, da tempo, dalla natura non si scappa. Poco fa montare tende se bisogna affrontare la furia delle piogge tropicali, e ancora meno serve deportare in zone isolate le persone colpite dal terremoto perchè non possono ricostruirsi un sistema economico.Era aprile quando scrivevo suggerendo un'azione che poteva evitare i fatti di lunedì:fornire alla popolazione materiali per costruirsi degli alloggi di transizione: lamiera, legno, corde, chiodi... che possa essere migliorato con il tempo ed eventualmente smontato e rimontato. Individuare piccole aree molto vicine alle zone in cui sorgono le attuali case ricostruite, permettere il dislocamento di interi isolati, garantire una logistica di movimento (le nuove aree non possono essere a chilometri dalla città, come alcune tendopoli) e procedere per piccoli passi, ricostruendo e bonificando con l'aiuto della popolazione, decidendo con essa la destinazione delle aree.Probabilmente però, ora che l'interesse dei media è calato saranno in pochi spingere per soluzioni più intelligenti.