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Vi presento il mio lavoro "Haiti: l'isola che non c'era"


Se in questi giorni sono stato un po' lontano dal blog un motivo c'era dovevo chiudere un progetto nato come idea quasi otto mesi fa e concretizzatosi ora. Con Helga, e con tanti soci di ColorEsperanza, ci siamo messi in testa che visto che Haiti aveva trovato uno spiraglio mediatico, suo malgrado, in occasione del terremoto del 12 gennaio scorso, era il caso di approfittarne per raccontare qualcosa di più, qualcosa in profondità di quella terra.Come molti sapranno io ho passato una buona parte del decennio passato a viaggiare avanti ed indietro da quell'isola, con me altri amici hanno scelto la Repubblica Dominicana ed Haiti come argomento centrale delle loro tesi di laurea, insomma le capacità e i contributi non mancavano.A questo ho voluto aggiungere dell'altro, chiedendo ad esperti di dare il loro contributo, sono giornalisti italiani ed haitiani (Alessandro Grandi di PeaceReporter e Nikos Moise del Manifesto) a esperti dominicani (Rafael Jimenez, teologo ed operatore sociale e Catuxo Badillo, sociologo ed animatore comunitario), haitiani (Suzy Castor, storica ed attivista per i diritti umani) e statunitensi (Noam Chomsky, ha bisogno di presentazioni?) per completare il quadro.Il risultato è un libro, agile, dal titolo Haiti: L'isola che non c'era che traccia tra passato e presente i confini storici e culturali di quella terra offrendo anche uno spaccato sugli interventi umanitari in essere e sulle prospettivo future. Il lavoro non ha alcuna pretesa di essere esaustivo, ma pretende, e secondo me, rileggendolo una volta concluso, ci riesce, e pretende, dicevo, aprire delle finestre su aspetti completamente ignorati dalla grande stampa. Prima di tutto conoscere, mi dice sempre don Sandro, poi incontrare. Ecco noi, con questo libro, vogliamo far conoscere una nazione che esisteva prima del terremoto e del colera e che esisterà anche quando i giornalisti torneranno a casa.Il mio sogno è che chi parli di Haiti lo faccia con cognizione di causa, riconoscendo meriti e demeriti reali agli haitiani, e non deformati dalla superficialità.I proventi del libro, poi, perchè noi siamo fatti così, andranno tutti in progetti di sviluppo promossi dall'associazione ColorEsperanza visto che autori e fotografo, ah sì perchè ci sono anche delle foto stupende di Stefano de Grandis, hanno partecipato in forma assolutamente gratuita.Per saperne di più visita il mini sito dedicato.