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iraq: ragioniamo con i numeri

Post n°369 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da kudablog
 

per capire senza preconcetti se al popolo iraqueno è convenuta o no questa guerra scatenata da bush e blair e appoggiata da berlusconi e aznar proviamo a nuoverci nei numeri, così asettici e privi di preconcetti politici, giusto?

immagineè di oggi la notizia che un quotidiano americano certamente non comunista il New York Times ha pubblicato una ricerca della prestigiosa università di John Hopkins di Boston rispetto al numero di morti civili dal 2003. Si sta parlando di 601.027 persone! La cifra è ricavata dalla media tra una cifra minima di 426.369 decessi e un massimo di 793.663.

Lo studio pubblicato dalla John Hopkins è frutto del lavoro di otto medici iracheni, che lavorano tutti presso l’Università Mustansiriya di Baghdad e i dati raccolti si riferiscono al periodo tra il 20 maggio e il 10 giugno scorsi, esaminando un campione di 1.849 famiglie, composte in media da sette membri, in 47 zone differenti del’Iraq. Le zone prese in esame sono state scelte con particolare riguardo alla densità della popolazione e non in base agli episodi di violenza o ai combattimenti che si sono verificati nell’area. Ogni individuo, intervistato dai medici, ha riferito dei lutti che hanno colpito la sua famiglia nei 14 mesi precedenti la guerra e nel periodo successivo. Questo elemento ha fornito ai ricercatori un parametro di comparazione secondo il quale, prima del conflitto, si avevano 5,5 morti ogni mille persone e dopo la guerra 13,3 ogni mille. Il rapporto analizza nel dettaglio la tipologia delle vittime: il 56 percento è dovuto  alle ferite da arma da fuoco, il 13 percento all’esplosione di autobombe o ad altri ordigni e un altro 31 percento è stato causato dai bombardamenti o dalle operazioni delle forze di Coalizione. L’enorme differenza tra le cifre di questo studio e quelle di Iraq Body Count (Ibc, circa 50.000 morti stimati) è dovuta alla specificità dei parametri di ricerca.

immagineIbc infatti, adotta il criterio del censimento delle vittime in base agli elenchi degli obitori iracheni. Un fitta rete di medici, patologi, infermieri e giornalisti sul campo registrano accuratamente tutti i cadaveri che vengono portati nelle morgue delle città irachene. Il dato però, per forza di cose, elimina una larga parte delle vittime, in quanto sono tante le famiglie che in casi specifici, come per l’assedio di Falluja o per la battaglia di Najaf, hanno seppellito i loro morti in giardino, come accadeva nella Bosnia degli anni Novanta, per timore dei cecchini e delle violenze in generale. Altro elemento che manca alle cifre dell’Ibc è quello delle vittime civili che sono però state registrate come combattenti. E il caso della confessione del soldato Bacos,  il quale ha ammesso qualche giorno fa l’abitudine di travestire da miliziani i civili uccisi senza ragione per evitare polemiche e accuse.

La prestigiosa rivista medica inglese The Lancet pubblica lo studio in apertura

cosa ne dobbiamo dedurre? ...

immaginevogliamo altri dati, magari ufficali perchè pronunciati dai rappresentanti delle Nazioni Unite? Ecco cosa ha affermato meno di due settimane fa Manfred Nowak, incaricato speciale delle Nazioni Unite per le indagini sulla violazione dei diritti umani nel mondo: "L’utilizzo della tortura nelle prigioni in Iraq è così diffuso da essere fuori controllo. La situazione nel Paese, secondo molti, è peggiorata rispetto all’era di Saddam. Ci sono gruppi terroristici e milizie, ma anche militari e agenti di polizia che torturano. In Iraq ci sono tante persone torturate e uccise”.

Gli eventi della guerra in Iraq, da tre anni a questa parte, ci hanno abituato a spostare ogni volta un po’ più in là la soglia dell’orrore. Non ci si domanda più che fine abbiano fatto la pietà per i civili e il rispetto per le vittime.

quanto sono lontane le immagini di bush che su una portaaerei proclamava la fine della guerra in iraq e l'esportazione della democrazia...immagine

e gli americani?
Nei giorni scorsi Brian Harring, un reporter che si occupa di intelligence Usa, scriveva che anche i dati relativi alle vittime tra i soldati Usa in Iraq vengono filtrati. Le indagini di Harring sono partite da immagini del Military air transport service (Mats ), da cui pare che i corpi di militari Usa immagazzinati nella Base militare dell’aviazione di Dover, siano molto più numerosi delle vittime dichiarate dal ministero della Difesa. Secondo il giornalista le 2671 vittime indicate dal Pentagono si riferiscono solo ai soldati morti sul terreno, anche in questo caso una definizione che esclude molti decessi dal conteggio. Ad esempio non si considerano morti sul terreno i soldati caduti durante il trasporto aereo e quelli deceduti negli ospedali militari in Iraq e non solo.
immagineUn gran numero di militari statunitensi infatti sono morti a Landstuhl, in Germania, dove si trova la più grande struttura sanitaria militare al di fuori dagli Usa. Certamente i parenti di tutte queste vittime sono stati avvisati, ma i loro nomi non figurano nell’elenco delle vittime Usa della guerra in Iraq. Harring ipotizza che, partendo dai dati ufficiali, che parlano di 25 mila soldati Usa feriti, di cui15 mila gravi, il totale più verosimile dei soldati Usa caduti in Iraq superi le 10 mila unità.

 
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