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meine liebe blumchen

Post n°34 pubblicato il 26 Maggio 2008 da polilitio
 

§

 

… mich vergiss nicht …

 

 

 

Blumchen …

 



è nato un fiorellino
nel prato mio laggiù
sereno come il cielo
e di colore blu

e vuole anche parlare
piccolo come è
ma dice solamente ...
non ti scordar di me ...

*

 

 



traduzione dal tedesco
di Antonino di Jacovo

 



http://antonines.blogspot.com



§ §§

 

§


_________________

 

 


*
*
... non guerra vogliamo ma Pace ...
noi siamo i Bronzi di Rjace ...

le foglie del nespolo

 

 GldJ


Sintagma Argos

 

 

§ 

http://blog.libero.it/Kwandargos/

 

 

 

§§

§

 
 
 

meine liebe blumchen

Post n°33 pubblicato il 26 Maggio 2008 da polilitio
 

§

 

… mich vergiss nicht …

 

 

 

Blumchen …

 



è nato un fiorellino
nel prato mio laggiù
sereno come il cielo
e di colore blu

e vuole anche parlare
piccolo come è
ma dice solamente ...
non ti scordar di me ...

*

 

 



traduzione dal tedesco
di Antonino di Jacovo

 



http://antonines.blogspot.com



§ §§

 

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... non guerra vogliamo ma Pace ...
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Faustino

Post n°32 pubblicato il 08 Maggio 2008 da polilitio
 

§

Faustino e la spina Era quasi l’ora del tramonto. Pareva che avessero rubato il Sole ... Aton degli Egizi, Phoebo dei Greci, Elio di Phaeton pilota del carro solare ed il suo emulo non guardavano in basso ... chissà perché ... Dietro una grossa nuvola indugiavano, prosopopee, impersonificazioni dell' Astro di cui si indovinava la rossa sagoma arancione ... un vasto alone amaranto, magenta ... Il cielo era stato sereno per quasi tutto il giorno, ma adesso nuvole enormi stavano ammassandosi a oriente, spinte da un forte scirocco umido e carico di sabbia del deserto. Si preparava un forte temporale. La città si preparava alla sera ed alle ore della notte. Sembrava una giornata ordinaria, d’una primavera tiepida e piena di rondini. La gente si era riversata nelle strade, prima ... per ascoltare un Giovane arrivato sul dorso di un'Asina elegante bianca e turchina ... con una dozzina di altri compagni ... ma adesso tornava alle attività consuete. Succedeva così quando c’era una esecuzione sulla collina sopra la Città ...

§§

 §

Un gruppo di persone, una donna giovane e qualche altro parente, forse, guardavano in su intorno al condannato.

Gemeva e aveva sete. Era legato e inchiodato a due pali di legno.

Ad un tratto alzò la testa. In quel dolore grande, in quel bruciore che contrassegna l e ore dopo un grande disinganno, in quel fastidio fisico per le frustate e l’umiliazione, una cosa più d’ogni altra lo torturava.

§§

§

Sulla fronte, che tante volte la mamma gli aveva accarezzato e che lui stesso aveva asciugato dal sudore, d’estate, sentiva qualcosa che più d’ogni altra lo pungeva.

Una corona di spine gli circondava i capelli lunghi e castani, ramati.

Una spina gli trafiggeva la fronte, accanto alla tempia destra.

E aveva sete.

§§

§

Tanta sete, e chissà perché.

A volte si ha sete e fame solo perché si aspetta che qualcuno venga a darci qualcosa.

A parlarci. Chinò il capo.

Aspettava una fine che aveva previsto.

Il suo lavoro stava per culminare.

§

Quando, mentre guardava in basso i soldati giocare a dadi e qualcun altro disperarsi per lui, vide con la parte superiore dell’occhio qualcosa muoversi sopra la fronte.

Un passero si era fermato leggerissimo sopra la corona di spine. Sorrise, il dannato.

§

Ad un tratto il volatile afferrò con il becco la spina che tormentava più d’ogni altra cosa il giovane l egato alla croce e cominciò a tirare, finché il legno si staccò dalla pelle ed una goccia di sangue gli colorò il petto…

“Faustino … ti chiami Faustino …”

“Si…”

... cinguettò il passerotto …

“Da oggi sarai un pettirosso, in ricordo di me…”

§

“Si… ma ci rivedremo …”

“Certo … tu potrai vedermi sempre, Fausto …”

§§

§

In quel momento il giovane non si sentì più abbandonato da nessuno e si riconciliò con il Padre. Gridò.

Scoppiò un tuono, preceduto da un bagliore e la donna sotto la croce gridò il suo nome …

§§

§

Poi si sentì il frullare delle ali del pettirosso che accompagnava il giovane nel Suo Regno.

§

_________________

* * ... non guerra vogliamo ma Pace ... noi siamo i Bronzi di Rjace ... le foglie del nespolo GldJ Sintagma Argos

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* rocco55

Ippo Noob Registrato: 27/03/08 18:15 Messaggi: 23 Inviato: Sab Mag 03, 2008 22:07 Oggetto: -------------------------------------------------------------------------------- Bella delicata e fantasiosa , un pò ammiccante ; originale , chiara nelle immagini , intensa nell'espressioni. grazie! per l'impegno profuso rocco55 

eskaton Ippo Noob Registrato: 01/03/08 21:49 Messaggi: 52 Inviato: Gio Mag 08, 2008 9:10 Oggetto:

Risposta a Rocco

---------------------

* ** Caelm stellatum novembre

Così nelle notti d’inverno

s’alza il gigantesco Orione

verso le Pleiadi

(i germani migrano a Novembre)

tu Betelgeuse Alpha di Orione

Splendi lucidissima

(l’anatra guida la freccia pennuta)

tu, Antares, tu che sorridi lontana (scamperemo ai massacri dell’estate)

tu, soave Deneb, Alpha del Cigno

viaggi oltre la luce di seicento anni

(non cade più nel barattolo dello zucchero)

più vicine la lucente Altair e la fulgida Vega

(ci vediamo alla Madonna del Fuoco)

e tu piccolo Sole così abbagliante e vicino adesso lasci vedere assente australe

le Grandi Sorelle lontane ** *

_________________ * *

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Faustino

Post n°31 pubblicato il 08 Maggio 2008 da polilitio
 

§

Faustino e la spina

Era quasi l’ora del tramonto.

Pareva che avessero rubato il Sole ...

Aton degli Egizi, Phoebo dei Greci, Elio di Phaeton
pilota del carro
solare ed il suo emulo non guardavano
in basso ... chissà perché ...

Dietro una grossa nuvola indugiavano, prosopopee,
impersonificazioni dell' Astro di cui si indovinava
la rossa sagoma arancione ...
un vasto alone amaranto, magenta ...

Il cielo era stato sereno per quasi tutto il giorno,
ma adesso nuvole enormi stavano ammassandosi
a oriente, spinte da un forte scirocco umido e
carico di sabbia del deserto.

Si preparava un forte temporale.

La città si preparava alla sera ed alle ore della notte.

Sembrava una giornata ordinaria, d’una primavera
tiepida e piena di rondini.

La gente si era riversata nelle strade, prima
...
per ascoltare un Giovane arrivato
sul dorso di un'Asina elegante
bianca e turchina ...
con una dozzina di altri
compagni
...
ma adesso tornava alle attività consuete.

Succedeva così quando c’era una esecuzione
sulla collina sopra la Città ...


§§

§


Un gruppo di persone, una donna giovane e qualche
altro parente, forse, guardavano in su intorno
al condannato.

Gemeva e aveva sete.

Era legato e inchiodato a due pali di legno.

Ad un tratto alzò la testa.


In quel dolore grande, in quel bruciore che contrassegna l
e ore dopo un grande disinganno, in quel fastidio fisico
per le frustate e l’umiliazione, una cosa più d’ogni
altra lo torturava.

§§

§

Sulla fronte, che tante volte la mamma gli aveva
accarezzato e che lui stesso aveva asciugato dal sudore,
d’estate, sentiva qualcosa che più d’ogni altra lo pungeva.

Una corona di spine gli circondava i capelli lunghi
e castani, ramati.

Una spina gli trafiggeva la fronte, accanto
alla tempia destra.



E aveva sete.


§§

§



Tanta sete, e chissà perché.

A volte si ha sete e fame solo perché si aspetta
che qualcuno venga a darci qualcosa.

A parlarci.

Chinò il capo.

Aspettava una fine che aveva previsto.

Il suo lavoro stava per culminare.

§

Quando, mentre guardava in basso i soldati giocare
a dadi e qualcun altro disperarsi per lui, vide
con la parte superiore dell’occhio qualcosa
muoversi sopra la fronte.

Un passero si era fermato leggerissimo
sopra la corona di spine.

Sorrise, il dannato.

§

Ad un tratto il volatile afferrò con il becco la spina
che tormentava più d’ogni altra cosa il giovane l
egato alla croce e cominciò a tirare, finché il legno
si staccò dalla pelle ed una goccia di sangue
gli colorò il petto…


“Faustino … ti chiami Faustino …”

“Si…”
cinguettò il passerotto …

“Da oggi sarai un pettirosso, in ricordo di me…”


§

“Si… ma ci rivedremo …”

“Certo … tu potrai vedermi sempre, Fausto …”

§§

§

In quel momento il giovane non si sentì più
abbandonato da nessuno e si riconciliò con il Padre.

Gridò.

Scoppiò un tuono, preceduto da un bagliore e la donna
sotto la croce gridò il suo nome …

§§

§

Poi si sentì il frullare delle ali del pettirosso che
accompagnava il giovane nel Suo Regno.




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rocco55
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MessaggioInviato: Sab Mag 03, 2008 22:07    Oggetto: Aggiungi un utente nella tua Ignore List Rispondi citando

Bella delicata e fantasiosa , un pò ammiccante ; originale , chiara nelle immagini , intensa nell'espressioni.
grazie! per l'impegno profuso
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eskaton
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Registrato: 01/03/08 21:49
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MessaggioInviato: Gio Mag 08, 2008 9:10    Oggetto: Risposta a RoccoAggiungi un utente nella tua Ignore List Rispondi citando Modifica Cancella messaggio

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Caelm stellatum novembre





Così nelle notti d’inverno
S’alza il gigantesco Orione
Verso le Pleiadi
(i germani migrano a Novembre)

tu Betelgeuse
Alpha di Orione
Splendi lucidissima
(l’anatra guida la freccia pennuta)

tu, Antares, tu
che sorridi lontana
(scamperemo ai massacri dell’estate)

tu, soave Deneb, Alpha del Cigno
viaggi oltre la luce
di seicento anni
(non cade più nel barattolo dello zucchero)

più vicine
la lucente Altair
E la fulgida Vega
(ci vediamo alla Madonna del Fuoco)

e tu piccolo Sole
così abbagliante e vicino
adesso lasci vedere
assente australe
la Grandi Sorelle lontane

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Ari Phjiuto di Njego

Post n°29 pubblicato il 03 Aprile 2008 da polilitio
 

 

“Carissima …

Comincio a pensare che ormai, dopo tante fatiche, dopo kilometri per raggiungere le sedi limitrofe, dopo aver rinunciato mea sponte a tanto dolce, ai piaceri della carne e dell’ebbrezza, ossia del vino e delle bistecche, ormai sono

 … fra quelli che contano.

 

Scrivo su qualche quotidiano … o sull’acqua del computer …  parlo del più e del meno, leggo qualcosa dell’altrui

 mulino e … sono fra quelli che contano.

Quel che nessuno vuole sarà il mio kosmos … lo spazio

angusto che i Santi stessi non disdegnano, la … nicchia.

 

“ggenn … kwand ka kwand pièrl m’arrappit …

… skusa … ma se parli quasi m’addormento … mi consoli …” 

 

“Ho conosciuto tanta gente che conta, che va alla scuola

dei tipi che contano, dei conti, che va in bicicletta con

le batterie cariche, insomma gente importante per cui

il Pordoi si fa dall’inizio fin dove si può, poi ci si ferma

al ristoro e si socializza con buon umore e panini.

 

E adesso anch’io sono fra quelli che contano.

 

… I caratteri, s’intende, dei miei inter\venti, mentre

altri non lo fanno.

 

Perché non contano.

 

***

 

Io conto.

‘’Kunta,  Kinte ! ..’’.

E così, mio malgrado, ho rotto il ghiaccio.

Posso mettere fuori il naso di foca bianca.

Attenti agli esseri umani e upiedi, ai millepiedi con bastone.

Per loro ci saranno i pedicomi office&school che parodurranno elektrika …

E abbatteranno la burro\kratia …

 

**

*

No, cari gorilla no, così non va.

Diamo un addio alla liana.

Liana vuol dire infelicità …

 

*

Ma da quale scimmia verremmo?

E quale forma di pazzia benefica e poco insidiosa ci avrebbe

Partorito idealmente?

Scimmia, sìmia, piccola e vivace, gorilla, orango possente e rosso, scimmia nera, bianconera e nerazzurra?

 

Allora è tutto un problema di primati.

Ecco, diciamo che noi, come certi calciatori, veniamo dai primati, siamo dei primati.

 

*

La cosa mi diverte.

In tutta sincerità, dai libri siamo passati alle invasioni (di campo?), ai barbuti evoluti bitorzoluti Ira \ brab .

*

Vi sembro stravagante, elegante, ruspante o kiss akosa?

 

Io non offenderei le scimmie, esseri nobili, e tutti gli altri animali, nei giorni della resa del feroce capriolo, in questa estate del 2006.

Meno male che la vita premia l’eleganza, i miti e i dolci ‘Bambi’.

No, caro piccino, no, non offendiamo i veri proprietari della terra, perché non è affatto igienico.

E’ questa la vera follia.

Quanto alla pazzia, un tempo era rispettata, ma ora è tempo di nominarla troppo.

Non è forse veramente imprudente dire che il mondo è degli idioti?

 

**

*

Mi hanno spiegato insomma che sono uno che deve contare …

In uno dei miei modesti scritti o appunti di qualche

giorno fa si elogiava … il rifiuto, ebbene sì, la spazzatura,

di cui si ignora la reale natura.

Occorrerebbe scrivere un saggio: elogio della spazzatura.

 

Molti la usano come base di lancio, strumento di potere, ignorandone la vitalità, ignorando che la materia è ‘solo’ spaz(z(i))atura, scoria.

 

Altri la disprezzano dimenticando che ne faranno ‘pur’

parte per sempre, un giorno lontano anzichenò, quando

le nostre capacità socializzanti  ci daranno che la

attaccaticcia compagnia unicamente di certi ultimi, tenaci, fedelissimi e affamati piccoli amici invertebrati  …”

 

“scusa se ti interrompo … ma questo è troppo verista …

ma che ne pensi di quel vostro emettere curiosi ed eccessivi suoni quando respirate …?””

 

“E’ un complicato modo di comunicare che spesso porta solo guerra e confusione … è… Il nostro ‘linguaggio’, disintegrato in migliaia di lingue e dialetti, e questi a sua volta quasi disprezzati, pur essendo la madre del Linguaggio stesso, è per certi aspetti primitivo e incerto, balbettante rispetto a quello degli Animali, mia car Nutria …

Ogni parola, e questo sembra dimenticato, non significa una cosa, ma una cosa almeno ed un’altra, che spesso è il suo opposto …

E poi altre ancora per metafora, per traslato … di palo in fraska … quasi … e così la parola rifiuto vuol, dire diniego,

resistenza, eroismo, ma anche viltà, abbandono e frode ‘ecologica’, inquinamento e veleno che distrugge il futuro di tutti.

 

E il futuro, si sa, non esiste … quindi noi non distruggiamo nulla …

*

I  nostri condottieri d’ogni

tipo si affannano a interessarsi di strade, ponti, biciclette,

salite, trattorie, gabbie per scimmie, mentre noi, ingrati e codardi, li mettiamo nel novero degli abitanti del pianeta

delle scimmie indagando sulle loro lontane e mika tanto

poi origini genetiche?

*

… Ma adesso bisogna che ti lasci, perché hanno organizzato un party a base di banane che è davvero pazzescamente darwiniano, intervengono anche le

 tartar\ughe, i kokko\drilli e un paio di specialisti in letteratura greca dell’età tragica, ottimo tempo per creare tragedie e inventarsi i complessi più ansiogenici.

 

** *

*

 

… Permettimi una Cita \ zione in nome di Tarzan e Simba, il simpatico Re leone …

 

§§

§

 

     … dalla vetta del cielo ci è caduta una Luce

       … e gli orfani di Lei vanno curvati,

            fissando il suolo …

 

Ciao, Nutria, ci vediamo … se c’è Luce …”

            §

           §§        

  

                                §

                                §§

                                §§ §

                                                     

 
 
 
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