§ Faustino e la spina Era quasi l’ora del tramonto. Pareva che avessero rubato il Sole ... Aton degli Egizi, Phoebo dei Greci, Elio di Phaeton pilota del carro solare ed il suo emulo non guardavano in basso ... chissà perché ... Dietro una grossa nuvola indugiavano, prosopopee, impersonificazioni dell' Astro di cui si indovinava la rossa sagoma arancione ... un vasto alone amaranto, magenta ... Il cielo era stato sereno per quasi tutto il giorno, ma adesso nuvole enormi stavano ammassandosi a oriente, spinte da un forte scirocco umido e carico di sabbia del deserto. Si preparava un forte temporale. La città si preparava alla sera ed alle ore della notte. Sembrava una giornata ordinaria, d’una primavera tiepida e piena di rondini. La gente si era riversata nelle strade, prima ... per ascoltare un Giovane arrivato sul dorso di un'Asina elegante bianca e turchina ... con una dozzina di altri compagni ... ma adesso tornava alle attività consuete. Succedeva così quando c’era una esecuzione sulla collina sopra la Città ... §§ § Un gruppo di persone, una donna giovane e qualche altro parente, forse, guardavano in su intorno al condannato. Gemeva e aveva sete. Era legato e inchiodato a due pali di legno. Ad un tratto alzò la testa. In quel dolore grande, in quel bruciore che contrassegna l e ore dopo un grande disinganno, in quel fastidio fisico per le frustate e l’umiliazione, una cosa più d’ogni altra lo torturava. §§ § Sulla fronte, che tante volte la mamma gli aveva accarezzato e che lui stesso aveva asciugato dal sudore, d’estate, sentiva qualcosa che più d’ogni altra lo pungeva. Una corona di spine gli circondava i capelli lunghi e castani, ramati. Una spina gli trafiggeva la fronte, accanto alla tempia destra. E aveva sete. §§ § Tanta sete, e chissà perché. A volte si ha sete e fame solo perché si aspetta che qualcuno venga a darci qualcosa. A parlarci. Chinò il capo. Aspettava una fine che aveva previsto. Il suo lavoro stava per culminare. § Quando, mentre guardava in basso i soldati giocare a dadi e qualcun altro disperarsi per lui, vide con la parte superiore dell’occhio qualcosa muoversi sopra la fronte. Un passero si era fermato leggerissimo sopra la corona di spine. Sorrise, il dannato. § Ad un tratto il volatile afferrò con il becco la spina che tormentava più d’ogni altra cosa il giovane l egato alla croce e cominciò a tirare, finché il legno si staccò dalla pelle ed una goccia di sangue gli colorò il petto… “Faustino … ti chiami Faustino …” “Si…” cinguettò il passerotto … “Da oggi sarai un pettirosso, in ricordo di me…” § “Si… ma ci rivedremo …” “Certo … tu potrai vedermi sempre, Fausto …” §§ § In quel momento il giovane non si sentì più abbandonato da nessuno e si riconciliò con il Padre. Gridò. Scoppiò un tuono, preceduto da un bagliore e la donna sotto la croce gridò il suo nome … §§ § Poi si sentì il frullare delle ali del pettirosso che accompagnava il giovane nel Suo Regno.
Faustino
§ Faustino e la spina Era quasi l’ora del tramonto. Pareva che avessero rubato il Sole ... Aton degli Egizi, Phoebo dei Greci, Elio di Phaeton pilota del carro solare ed il suo emulo non guardavano in basso ... chissà perché ... Dietro una grossa nuvola indugiavano, prosopopee, impersonificazioni dell' Astro di cui si indovinava la rossa sagoma arancione ... un vasto alone amaranto, magenta ... Il cielo era stato sereno per quasi tutto il giorno, ma adesso nuvole enormi stavano ammassandosi a oriente, spinte da un forte scirocco umido e carico di sabbia del deserto. Si preparava un forte temporale. La città si preparava alla sera ed alle ore della notte. Sembrava una giornata ordinaria, d’una primavera tiepida e piena di rondini. La gente si era riversata nelle strade, prima ... per ascoltare un Giovane arrivato sul dorso di un'Asina elegante bianca e turchina ... con una dozzina di altri compagni ... ma adesso tornava alle attività consuete. Succedeva così quando c’era una esecuzione sulla collina sopra la Città ... §§ § Un gruppo di persone, una donna giovane e qualche altro parente, forse, guardavano in su intorno al condannato. Gemeva e aveva sete. Era legato e inchiodato a due pali di legno. Ad un tratto alzò la testa. In quel dolore grande, in quel bruciore che contrassegna l e ore dopo un grande disinganno, in quel fastidio fisico per le frustate e l’umiliazione, una cosa più d’ogni altra lo torturava. §§ § Sulla fronte, che tante volte la mamma gli aveva accarezzato e che lui stesso aveva asciugato dal sudore, d’estate, sentiva qualcosa che più d’ogni altra lo pungeva. Una corona di spine gli circondava i capelli lunghi e castani, ramati. Una spina gli trafiggeva la fronte, accanto alla tempia destra. E aveva sete. §§ § Tanta sete, e chissà perché. A volte si ha sete e fame solo perché si aspetta che qualcuno venga a darci qualcosa. A parlarci. Chinò il capo. Aspettava una fine che aveva previsto. Il suo lavoro stava per culminare. § Quando, mentre guardava in basso i soldati giocare a dadi e qualcun altro disperarsi per lui, vide con la parte superiore dell’occhio qualcosa muoversi sopra la fronte. Un passero si era fermato leggerissimo sopra la corona di spine. Sorrise, il dannato. § Ad un tratto il volatile afferrò con il becco la spina che tormentava più d’ogni altra cosa il giovane l egato alla croce e cominciò a tirare, finché il legno si staccò dalla pelle ed una goccia di sangue gli colorò il petto… “Faustino … ti chiami Faustino …” “Si…” cinguettò il passerotto … “Da oggi sarai un pettirosso, in ricordo di me…” § “Si… ma ci rivedremo …” “Certo … tu potrai vedermi sempre, Fausto …” §§ § In quel momento il giovane non si sentì più abbandonato da nessuno e si riconciliò con il Padre. Gridò. Scoppiò un tuono, preceduto da un bagliore e la donna sotto la croce gridò il suo nome … §§ § Poi si sentì il frullare delle ali del pettirosso che accompagnava il giovane nel Suo Regno.