LA FINE DEI TEMPI

NON C'E' SOLO L'INFERNO


Scrive un Autore (il Vescovo D. Mannajoli, "L'atto eroico di carità in suffragio delle anime del Purgatorio", Tipografia Poliglotta Vaticana, 1932), a proposito dello "stato intermedio" che la dottrina cattolica pone tra inferno e paradiso, che "non v'ha dubbio che le pene del Purgatorio, ancorché temporanee, per l'atrocità trascendono la più aspra sofferenza della vita terrena, e però (s'intenda "e perciò") s'impongono senz'altro alla più seria considerazione di un'anima fedele"; prosegue lo stesso Autore, con riguardo all'intensità delle pena riservata all'anima purgante, che "siccome (s'intenda "come") nel fuoco è punito il reprobo nell'Inferno, così del pari nel medesimo fuoco sarà purgata l'anima eletta, e precisamente con acerbità tanto maggiore, quanto più grande fu il numero e la gravità delle colpe mortali che commise durante il terreno pellegrinaggio". Ancora, aggiunge egli, richiamando un altro Autore (il Segneri), che "può darsi il caso che qualcuna delle anime del Purgatorio, toltane la disperazione (propria della pena infernale, perché non remissibile e quindi eterna), patisca più, secondo lo stato presente, di quel che patisca qualche anima nell'Inferno: il che di leggieri può avvenire, quando un'anima nell'Inferno patisca per un sol peccato mortale, non detestato dinanzi all'estremo passo: e un'altra nel Purgatorio patisca per mille e mille peccati, detestati bensì ma non soddisfatti".   Quindi, può, secondo la dottrina cattolica, accadere che un'anima nel Purgatorio soffra più intensamente di qualche anima nell'Inferno, con la fondamentale differenza, di ordine temporale, che la pena nell'Inferno è eterna, mentre quella nel Purgatorio è temporanea; ciò in ragione del fatto che si può finire all'Inferno anche con un solo peccato mortale, purché prima della morte per esso non vi sia stato pentimento, mentre se sono commessi molti peccati mortali, ma per essi vi è pentimento prima della morte, si va al Purgatorio, soffrendovi temporaneamente, ma più intensamente dell'anima che è finita all'Inferno per un solo peccato mortale, la quale tuttavia è destinata a soffrire tale pena meno intensa (un fuoco che brucia di meno) in eterno.Si è spesso sottolineata l'inumanità della dottrina dell'Inferno, ma non si è adeguatamente focalizzato che anche il Purgatorio, con le sue pene che l'Autore testé citato non esita a qualificare atroci, non scherza.