LA FINE DEI TEMPI

EVOLUZIONISMO E RELIGIONE


La questione del rapporto tra visione evolutiva del mondo vivente e religione si pone sotto diversi profili. Uno di essi concerne la compatibilità tra la visione che della storia del mondo vivente ci dà l'evoluzionismo e la narrazione che della "creazione" del mondo è fatta nel primo capitolo del primo libro veterotestamentario, conosciuto come "Genesi"; un altro dei profili della questione consiste in ciò, che gli evoluzionisti hanno cercato di dar conto - in base ai princìpi esplicativi della storia del mondo vivente proprii della visione evolutiva dello stesso - anche di fenomeni culturali, e tra essi anche di quello religioso.Mentre il prete cattolico criptoateo Meslier, del quale abbiamo parlato nel post precedente, dà un'interpretazione politica del sorgere della religione (la religione come deliberata impostura finalizzata a sostenere, a legittimare, ad estendere e a perpetuare il dominio di alcuni su altri nella società umana), di diverso tenore sono le visioni evoluzionistiche del fenomento religioso.  Una delle prime è quella che nella sua opera "L'ateismo", pubblicata in prima edizione nel 1907, ci dà il biologo positivista francese Félix Le Dantec.Il Le Dantec era in biologia un lamarckiano, cioè credeva nell'ereditarietà dei caratteri acquisiti - un punto di vista oggi definitivamente abbandonato. Sulla base del suo lamarckismo, il Le Dantec dà, nella sua opera sopra richiamata, un'interpretazione della nascita della credenza in Dio e quindi del fenomeno religioso. Secondo il Le Dantec, l'idea di Dio, in buona sostanza, è un'idea che nasce da un'erronea interpretazione dei fatti, ovvero da quella che potrebbe ritenersi un'ipotesi scientifica (nel senso di una scienza primitiva) erronea, e che, dopo essere stata acquisita dalla specie umana, è stata poi trasmessa ereditariamente e si è quindi così diffusa. L'erronea intepretazione dei fatti è quella che pensa di poter spiegare il mondo supponendo che la sua esistenza sia imputabile ad un Essere del quale si possa parlare come si parla di un uomo, cioè ad un Essere concepito antropomorficamente. Scrive il Le Dantec nella sua opera sopra richiamata: "Davanti alla constatazione d'una depredazione, di un omicidio, ecc., la domanda che più naturalmente s'imponeva allo spirito dei nostri antenati (come naturalmente è ancora quella che s'impone a noi) era evidentemente: "Chi ha fatto questo?". E la risposta: "E' Giuseppe, è Abramo, ecc." dava una perfetta soddisfazione alla curiosità di chi domandava. Da ciò probabilmente deriva, nella nostra eredità attuale, il carattere per cui noi non attribuiamo valore di spiegazione che ad una risposta di questa forma: "Chi ha fatto il mondo? Dio"". Interessanti sono alcune considerazioni del Le Dantec circa la prova dell'esistenza di Dio tratta dall'ordine dell'Universo, cioè dall'esistenza di leggi naturali. Egli rileva: "Il fatto che mi si pone un perché non implica l'esistenza d'un perché esplicativo (cioè di una spiegazione) che mi sia accessibile."Egli, dunque, si professa agnostico quanto al problema dell'origine delle leggi naturali.Una comparazione che bene illustra il punto di vista del Le Dantec è quella tra l'idea di Dio e l'idea della verticale assoluta. L'idea della verticale assoluta, per la quale è impossibile immaginare un corpo nello spazio senza vedervi un alto e un basso, è innata, nel senso - precisa lamarckianamente il Le Dantec - che "proviene dall'eredità d'un errore ancestrale lungo tempo accreditato", connesso alla "constatazione erronea della superficie piana della Terra". Tuttavia, "l'idea della verticale assoluta è matematicamente assurda", perché, ad esempio, la verticale dei miei antipodi "è il contrario della mia"; tale idea - nota il Le Dantec - continua a sussistere, benché sia ormai scontato che essa non risponda a realtà. Egli osserva anche che "questa storia della verticale assoluta [...] è sempre stata mescolata ai dogmi religiosi; per qualunque credente ingenuo Dio è in alto, Gesù è disceso nell'Inferno e salito al cielo, dove è seduto alla destra di Dio."