LA FINE DEI TEMPI

STRANEZZE NEL SECONDO SECOLO CRISTIANO


E' stato più volte rilevato, ma non è mai stato efficacemente divulgato al pubblico, che nelle opere dei cosiddetti "apologisti" cristiani del secondo secolo della nostra era (d.C.) emerge spesso una sconcertante ignoranza dei dettagli e anche talora dei fatti più eclatanti della biografia del Gesù evangelico.Così, Atenagora di Atene, che scrisse intorno al secondo quarto del secondo secolo d.C., non menziona né il nome "Gesù", né il nome "Cristo", non parla della sua morte e della sua pretesa resurrezione, né ovviamente fa menzione del valore redentivo della sua morte. Egli parla, in linea con il Quarto Vangelo, quello attribuito a "Giovanni", e in particolare con il suo Prologo, di un "Logos" e afferma che la salvezza, ovvero la conquista della "vita eterna", consistono nel conoscere Dio e il suo Logos. Egli sembra ignorare l'incarnazione del Logos in Gesù Cristo.(Cfr. Earl Doherty, "The Jesus Puzzle", 1999, pag. 279).