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20 novembre: Giornata mondiale PER I DIRITTI DEI BAMBINI


“I bambini devono avere cibo, cure sanitarie, istruzione, non devono essere sfruttati con lavori troppo pesanti, devono avere tempo per studiare, per giocare, per far maturare la loro fantasia - scrive Clio Napolitano, moglie del Presidente Napolitano, nell'introduzione al libro illustrato “Non calpestate i nostri diritti”, curato dall'Unicef (edizioni Piemme), dedicato ai ragazzi. E continua: “Questi e altri principi sono contenuti nella Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite venti anni fa, il 20 novembre del 1989. Leggendo questa Convenzione che è composta da 54 articoli con bellissime enunciazioni, mi ha colpito molto una espressione che ricorre in tante parti importanti e cioè che questi diritti devono essere fatti valere “nella misura del possibile”. Mi sarebbe piaciuto leggere che trattandosi di diritti di bambini e di minori, in sostanza del futuro della nostra specie, tali diritti venissero fatti valere “nella misura dell’impossibile”. Mi rendo conto che questa può essere considerata una illusione, una pura fantasia, ma ritengo che l’impegno a rendere concreti questi diritti non sia mai troppo”. Uguaglianza, identità, protezione, partecipazione, disabilità, salute, nutrizione e cure personali, istruzione, minoranze, gioco e tempo libero: i dieci diritti fondamentali dell’infanzia sono presentati nel libro mediante racconti intessuti di sensibilità e delicati disegni. Anche il testo della Convenzione è spiegato con parole semplici dalla scrittrice Bianca Pitzorno. I proventi della vendita del libro saranno devoluti al progetto “Scuole per l’Africa” che vede l’Unicef e la Fondazione Nelson Mandela in prima linea nella lotta contro l’analfabetismo e la scadente qualità dell’istruzione in Africa, con l'obiettivo di coinvolgere oltre 4 milioni di bambini in 11 Paesi africani. “La mia più grande ambizione è che ogni bambino in Africa vada a scuola perché l’istruzione è la porta d’ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo” - afferma Nelson Mandela. La Convenzione Onu rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia, contemplando l'intera gamma dei diritti e delle libertà attribuiti anche agli adulti (diritti civili, politici, sociali, economici, culturali). Costituisce uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano. L'Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 e a tutt'oggi 193 Stati, un record nella storia dei trattati sui diritti umani, sono parte della Convenzione. L'Unicef ricorda il ventesimo anniversario dell'approvazione della Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presentando il rapporto speciale “La Condizione dell'infanzia nel mondo” che mostra l'impatto della Convenzione sui diritti e delinea le sfide che rimangono ancora da affrontare. “Abbiamo una sfida da vincere nei prossimi anni - dichiara Vincenzo Spadafora, Presidente dell'Unicef Italia - far tesoro dei risultati fin qui ottenuti per aiutare tutti quei bambini che ancora oggi, mentre si celebra il ventennale della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, vedono negati i loro diritti alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione ed alla partecipazione. Solo così potremo costruire un mondo migliore, che ponga al centro alla propria agenda di interventi il supremo interesse dei bambini e delle bambine”. Tuttavia aggiunge con amarezza: “C'è poco da celebrare, anche perché mentre nel mondo falliscono tristemente vertici e conferenze, assistiamo a una deriva pericolosa di indifferenza”. Qual è la situazione in Italia? “Le politiche per l'infanzia nel nostro Paese non sono una priorità - continua Spatafora - e il riflesso di tale disinteresse ricade evidentemente sulle fasce più deboli, sui minori maggiormente a rischio e sul sempre maggior numero di bambini stranieri presenti sul nostro territorio. Noi che lavoriamo ogni giorno in tutti i Paesi del mondo e in situazioni di grande difficoltà, viviamo con disagio l'impossibilità di raggiungere, proprio nel nostro Paese, risultati concreti a favore dei bambini italiani e di tutto il mondo”. La fame è tuttora il problema maggiore. Il recente rapporto Unicef sulle carenze alimentari dell'infanzia nel mondo “Tracking Progress On Child and Maternal Nutrition”, indica che la denutrizione contribuisce a determinare più di un terzo del totale dei decessi dei bambini sotto i cinque anni. Nei Paesi in via di sviluppo circa 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di ritardi nella crescita come conseguenza della denutrizione cronica infantile e materna. Spesso la denutrizione risulta invisibile fino a quando non diventa grave e conclamata, e bambini che sembrano apparentemente sani, possono, in realtà, essere esposti a seri rischi e danni permanenti per la loro salute e per il loro sviluppo. Attualmente, la malnutrizione è la più importante causa di immunodeficit nel mondo : “La denutrizione sottrae le forze al bambino e fa in modo che sia più vulnerabile alle malattie che il suo corpo altrimenti potrebbe debellare” afferma Ann Veneman, Direttore generale dell'Unicef. “Più di un terzo dei bambini che muoiono di polmonite, diarrea e altre malattie potrebbero sopravvivere se non fosse denutrito”. La povertà estrema toglie anche le ali al futuro, facendo vivere coloro che si trovano in difficoltà totalmente immersi nell'immediato, e nel contingente. Rappresenta il principale ostacolo allo sviluppo di processi di “resilienza” (la capacità di individuare e mobilitare risorse interne ed esterne per far fronte ad eventi avversi), perché la resilienza, si sa, si nutre di speranza nel futuro. di ROSALBA MICELI
+ Unicef Italiahttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=48&ID_articolo=164&ID_sezione=71&sezione=