L'ISOLA CHE C'E

Libertà malintesa


«Il mondo non ha mai avuto una buona definizione della libertà[...] Tutti ci dichiariamo in favore della libertà ma, pur usando la stessa parola, non intendiamo la stessa cosa[...] Abbiamo due cose, non solo diverse ma incompatibili[...] che sono chiamate allo stesso modo, libertà» (Abraham Lincoln). In realtà la distinzione di Lincoln pare molto sofisticata per adattarla alle solite piazze con gente incerottata, imbavagliata, armata di pentole e mestoli o magari con cartelli del tipo  "il governo devono andare a casa"( per giustificare i tagli alla scuola di stato...). Nel mentre questi difensori della libertà da giorni si indignavano contro censure immaginarie ( che siano internet, intercettazioni, programmi televisivi di propaganda) il Tribunale di Milano condannava Bernardo Caprotti  per la pubblicazione del libro Falce e Carrello ( in cui veniva denunciato il monopolio delle Coop Rosse utilizzando legami con la politica)  ne ordinava l'obbligo di ritirarlo dalle librerie e ne vietava la futura ristampa. Il tutto per una assurda legge di "concorrenza sleale" che se l'avesse fatta Berlusconi sarebbe caduto giù il cielo...Un concetto di libertà alquanto strano quello manifestato da queste piazze: indignati per non poter più leggere il gossip sui quotidiani, indulgenti verso chi concretamente vieta la libertà di espressione. Sono le stesse piazze in cui si urla "intercettateci tutti", "di cosa hai paura se non hai commesso nulla?" e altre frasi sinistre che ricordano più Torquemada che qualcosa che abbia a che fare con la libertà. Chi si batte per la libertà dovrebbe chiedere invece la cancellazione di qualunque legge ( anche costituzionale) che riguardi le intercettazioni perché ciascun cittadino possa essere libero di esprimersi come meglio crede nel privato. La libertà, quella vera, presuppone incertezza, rischio; soltanto le dittature sono più sicure dei paesi liberi. Non può esserci un diritto di sapere, un diritto di cronaca superiore al diritto di un qualunque cittadino di voler garantita la propria sfera privata. Il processo è un atto pubblico però appunto il processo che viene celebrato nelle aule di un tribunale e non nei salotti televisivi e le persone che non sono imputate hanno tutto il diritto di non veder pubblicate le loro telefonate.Queste persone che manifestano nelle piazze certamente non vogliono la dittatura e probabilmente saranno in buona fede però almeno lasciassero in pace il concetto di libertà; non c'è nulla di male nel volere maggiore sicurezza ( anche sociale) ma questo non può che essere in contrasto con la libertà. Se poi ogni scusa è buona per protestare nelle piazze, almeno lo facessero contro le tasse...questa sì che sarebbe libertà! Ma in Italia semmai si fanno le manifestazioni per mettere più tasse ( vedi Cgil...); le tasse sono bellissime diceva qualcuno. Forse perché le pagano in pochi...