L'ISOLA CHE C'E

Il mercato ha sempre ragione


Alla fine non è stata un'inchiesta giudiziaria, un'alternativa politica dell'opposizione, la solita penosa "piazza" di cui anche ieri sera non se ne sentiva il bisogno, le manifestazioni dei sindacati, degli indignati o dei parassiti di turno né l'azione  del circolo mediatico dei vari Travagli e Santori. A decretare la fine politica di Berlusconi, ironia della sorte, è stato il Mercato. Proprio quel libero mercato considerato dai nemici del Cavaliere il male assoluto, la peste bubbonica, la causa di tutte le sciagure umane...Certamente il mercato non premia necessariamente i migliori ma coloro che riescono a servire gli altri nel miglior modo possibile cercando di soddisfare le loro esigenze. Questo meccanismo non dovrebbe valere nel caso degli Stati ma non è certo per ordine divino che gli stessi Stati si debbano mettere sul mercato. Se i governi spendessero meno di quello che incassano dalle tasse ( e l'Italia è il paese che ne incassa di più) nessuno imporrebbe loro di chiedere prestiti tramite titoli di stato. Dietro la crisi che sta attraversando il nostro paese non ci sono poteri occulti, manovratori cioè quella "teoria sociale della cospirazione" ( per dirla alla Popper) sempre cara ad una certa sinistra ( e ora pure a destra): è semplicemente un problema tra debitori ( lo Stato) e creditori ( coloro che acquistando i nostri titoli di stato prestano il loro denaro).Chiarito quindi che la crisi ha origini lontane il fallimento di Berlusconi sta tutto nella famosa lettera della Bce dove erano riportati i punti fondamentali del programma di Forza Italia prima e del Pdl poi; cioè quelle riforme liberali promesse fin dal lontano '94 e mai realizzate! Va bene le azioni giudiziarie, il corporativismo difficile da sconfiggere, i sindacati ancora fermi all'ottocento però in 17 anni ( dalla sua "discesa in campo") e in 10 anni di governo Berlusconi non è riuscito a portare a casa nemmeno una liberalizzazione! Né gli ha giovato l'alleanza con la Lega Nord che da forza federalista è diventata una specie di caricatura del comunismo... L'ultimo errore fatale è stato quello di chiedere sacrifici al paese senza minimamente intaccare i privilegi della casta politica o delle altre varie caste presenti in Italia. Sono passati 17 anni ed il paese è fermo al punto di partenza e come se non bastasse è ancora più diviso di prima. Oggettivamente è questa l'eredità che lascia. Per uscirne fuori non ci vorrà né l'uomo né tantomeno il collettivo della provvidenza; bisognerebbe ripartire da chi ha messo un punto a questa dolorosa vicenda. Dal mercato.