L'ISOLA CHE C'E

Il liberismo odia la povertà. La sinistra i poveri


Da sempre alla ricerca di teorie complottiste per spiegare le ingiustizie nelle società capitalistiche, la sinistra soprattutto italiana ( e soprattutto sinistra-sinistra) accecata da un odio ideologico verso ogni forma di libertà economica (a tal punto da vedere un "liberismo selvaggio" in un paese dove non si riesce a liberalizzare  nemmeno i taxi…) non si rende conto che sono proprio le decisioni politiche e non il mercato a generare ed amplificare la forbice tra i ricchi e le “classi” meno abbienti, specialmente quelle che essa stessa prende quando governa o amministra.Il grimaldello che determina tali sciagure è la cultura per cui “le tasse sono bellissime”. Forte di questa convinzione, ovunque governi, la sinistra mette tasse evidentemente con lo scopo di fare di ciascuno di noi un impiegato dello Stato ( già di per se un orizzonte per nulla rassicurante…) ma che intanto finisce per tartassare i poveri ed il ceto medio. Evidentemente l’eliminazione della povertà consiste nella soppressione dei poveri…Prima ancora dell’avvento del governo del rigore, della sobrietà e dell’equità ci aveva pensato il governatore più pagato d’Italia ( Vendola) a mettere un ulteriore balzello sui carburanti, tassa tra le più inique perché danneggia maggiormente i redditi bassi; per non parlare dell’aumento della bolletta dell’acqua dopo avere cavalcato strumentalmente gli inutili ( ma utili per la classe politica sempre attenta alla clientela…) referendum. Nell’attesa che trovi qualche soluzione ecco che arriva l’altro campione della sinistra-sinistra Giuliano Pisapia, il simbolo di quella rivoluzione arancione che sempre più tende al rosso con tanto di falce e martello… Questo campione della “giustizia sociale” s’”inventa” l’Area C percorribile solo dalle automobili dei ricconi, quelli che si possono permettere una tassa da 600 euro all’anno. Il fatto che sia stato votato con un referendum da quasi il 90% del 50% che ha votato ( quindi meno della maggioranza assoluta, sicuramente votato da chi ha i soldi) non giustifica questo provvedimento “classista”, specialmente se chi lo prende dice di rappresentare la parte più debole della società…Ma la cosa più terribile è che nessuno a sinistra abbia contestato questo provvedimento perché come in Unione Sovietica ed in Corea del Nord bisogna “educare” il popolo. Quello povero ovviamente…Se davvero ci fossero problemi di inquinamento e quindi di salute per la popolazione un provvedimento più equo sarebbe stato il divieto PER TUTTI. Ci sono tanti centri storici dove non si può circolare, non si capisce perché a Milano tale divieto debba valere solo per chi non è in grado di pagare 600 euro all’anno di tassa!Con una base elettorale così sottomessa ai loro “cari leader” che prendono decisioni assurde ma sempre “per il bene comune” a quei pochi che amano la libertà non resta che espatriare, non solo dall’Italia ma anche dall’Unione Repubbliche Socialiste Europee. Pensare ad un dopo Monti peggio di Monti è purtroppo più che realistico…