L’ennesima repressione cinese in Tibet accende il dibattito sulla possibilità di boicottare le Olimpiadi di Pechino. E’ bene ricordare che quando fu assegnata la sede dei Giochi nel 2001 non ci furono particolari levate di scudi. Eppure già nel 2001 si conosceva la situazione del Tibet: è dai tempi dell’invasione militare cinese (1950) che il popolo tibetano sta subendo un vero e proprio genocidio: negli ultimi 50 anni si parla di 1.200.000 morti ( alcune fonti parlano di 2 milioni)! Oggi la popolazione conta 6 milioni circa di tibetani e 7.5 milioni di non tibetani “portati” dal regime cinese nella regione al fine di cancellare l’identità di una etnia che, è giusto ricordare,non vuole la separazione ma l’autonomia. Per questa ragione il Dalai Lama parla anche di genocidio culturale; infatti la colonizzazione cinese sta annullando la storia, la cultura di quanto c’è di tibetano.Quindi la situazione al momento dell’assegnazione dei Giochi si conosceva abbastanza bene e non era tale da ritenere affidabile la promessa fatta dalla Cina al Comitato Olimpico Internazionale circa il rispetto dei diritti umani.Non ritenendo giusto cavalcare le dichiarazioni del Dalai Lama sul no al boicottaggio fanno riflettere le affermazioni di Andrè Glucksmann ( filosofo francese già impegnato per la causa cecena e il Darfur) che dice: < La protesta dei tibetani è una richiesta di aiuto al mondo e i Giochi sono un’occasione per smuovere le coscienze sulla tragedia di un popolo che rischia l’annientamento.
Il Boicottagio è utile alla causa tibetana?
L’ennesima repressione cinese in Tibet accende il dibattito sulla possibilità di boicottare le Olimpiadi di Pechino. E’ bene ricordare che quando fu assegnata la sede dei Giochi nel 2001 non ci furono particolari levate di scudi. Eppure già nel 2001 si conosceva la situazione del Tibet: è dai tempi dell’invasione militare cinese (1950) che il popolo tibetano sta subendo un vero e proprio genocidio: negli ultimi 50 anni si parla di 1.200.000 morti ( alcune fonti parlano di 2 milioni)! Oggi la popolazione conta 6 milioni circa di tibetani e 7.5 milioni di non tibetani “portati” dal regime cinese nella regione al fine di cancellare l’identità di una etnia che, è giusto ricordare,non vuole la separazione ma l’autonomia. Per questa ragione il Dalai Lama parla anche di genocidio culturale; infatti la colonizzazione cinese sta annullando la storia, la cultura di quanto c’è di tibetano.Quindi la situazione al momento dell’assegnazione dei Giochi si conosceva abbastanza bene e non era tale da ritenere affidabile la promessa fatta dalla Cina al Comitato Olimpico Internazionale circa il rispetto dei diritti umani.Non ritenendo giusto cavalcare le dichiarazioni del Dalai Lama sul no al boicottaggio fanno riflettere le affermazioni di Andrè Glucksmann ( filosofo francese già impegnato per la causa cecena e il Darfur) che dice: < La protesta dei tibetani è una richiesta di aiuto al mondo e i Giochi sono un’occasione per smuovere le coscienze sulla tragedia di un popolo che rischia l’annientamento.