L'ISOLA CHE C'E

Di Thatcher ce n'è una sola...


«In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna» soleva  spesso dire l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher. 
Sono sempre stato convinto che ciò sia vero ed ho sempre auspicato un maggior coinvolgimento delle donne in politica, soprattutto nel nostro Paese.Aldilà  delle convinzioni politiche non c’è dubbio che la Thatcher abbia più realizzato che parlato ma, cosa importante, non ha mai messo i propri interessi  personali e le proprie ambizioni al di sopra degli interessi generali del proprio Paese. Ed è sempre stata coerente con le proprie idee. Stride a tale proposito il comportamento di due donne diverse tra loro ma accomunate da una medesima caratteristica: il tradimento dei propri ideali per soddisfare le proprie ambizioni. Si tratta di Daniela Santanchè e di Hillary Clinton. La prima, paladina della destra sociale, ce la ricordiamo tutti
inveire  contro il maschilismo imperante della casa della libertà dove le donne venivano viste sempre in orizzontale e mai in verticale. Grandi proclami, ottimi passaggi televisivi, pur non condividendo molte delle sue idee si era conquistata un generale apprezzamento prima di tutto per la sua persona così integerrima…almeno apparentemente.Sono passati poco più di cento giorni e sembra che la nostra paladina senta nostalgia di Berlusconi. Storace le ha già dato il benservito mentre un altro ex amico di partito, Ignazio La Russa  del Pdl dice «quando ha voluto ballare da sola ho interrotto le frequentazioni ma non l’amicizia. Credo che dovrà ballare ancora da sola per un po’. Perché la porta venga aperta ci vuole l’accettazione del 100% degli attuali abitanti»Nell’attesa che questa porta prima o poi venga aperta consiglierei alla signora Santanchè di lasciar perdere i convenevoli e di affrontare invece i suoi elettori verso i quali sarà difficile per lei presentarsi con la schiena dritta…  Delusione anche da parte di Hillary Clinton; sono passati meno
di cento giorni da quando affermava che MAI Barak Obama sarebbe stato in grado di essere un “Comandante in capo”; troppo giovane, troppo inesperto; criticava ( giustamente) le sue ricette economiche che avrebbero portato il Paese allo sfascio. Capisco l’unità del partito, capisco che bisogna battere l’avversario comune ma spero almeno abbia trovato un po’ di imbarazzo a rivolgersi ai suoi elettori e convincerli che Obama è l’uomo giusto per essere il presidente degli Stati Uniti. Ricordo che la Thatcher si dimise perché non volle cedere sulla poll tax. Oggi la coerenza è un optional...