L'ISOLA CHE C'E

Fuggire o... ammalarsi?


La sconcertante decisione del presidente francese Nicolas Sarkozy  di negare l’estradizione dell’ex
terrorista Marina Petrella non permette allo Stato italiano di poter garantire i diritti fondamentali delle persone ( già non ci riesce da sé…). La cosa che dà più fastidio è la critica che una certa cultura francese muove verso l’Italia considerata una nazione da tenere sotto osservazione, sotto tutela. È evidente che le ragioni umanitarie sono una scusa; si tratta di una ragione politica. Da anni la Francia è diventata la patria dei terroristi italiani ai quali fu promesso da Mitterand la più totale immunità qualora non avessero commesso reati in patria.Anche in Italia quasi tutti gli ex terroristi sono ormai fuori ( figurarsi…) ma almeno hanno scontato diversi anni di carcere. Alcuni si erano pentiti subito, altri lo hanno fatto dopo ma credo sia interessante riportare uno stralcio dell’intervista pubblicata sul corriere della sera qualche giorno fa di Rita Algranati, ex brigatista rossa della “colonna romana”,  approdata in una prigione italiana senza alcuna procedura di estradizione nel gennaio 2004, venticinque anni dopo i fatti per i quali era stata condannata. Deve scontare cinque ergastoli. «Sono molto contenta che Marina Petrella sia riuscita a non essere estradata e possa rimanere in Francia. Qui c’è solo il carcere. Anche lei come me è un’altra persona ( nel seguito dell’intervista si capisce come…) rispetto a quella partita dall’Italia tanto tempo fa»« Che senso ha tenermi qui?» « Certo che è stata una stagione di violenza, ma violenza politica, mentre ci si è fermati alle ricostruzioni giudiziarie»Colpa dello Stato? le chiede il giornalista« Lo Stato ci ha trattato come criminali comuni, negando valenza politica a ciò che abbiamo fatto; anche per questo io sono qui»«Non ho la cultura del pentimento. E chiedere perdono comunque a tutti e non solo a qualcuno non avrebbe senso»«Anche se sembra una contraddizione, la lotta armata è nata dall’odio per l’ingiustizia, ma pure per la violenza»«Mostrare il volto della repressione serve solo a rafforzare chi vuole contrapporsi allo Stato. Non è la paura del carcere che può dissuadere chi ancora pensa di sparare, ma la comprensione che s’è trattato di un fenomeno politico fallito ed improponibile»  Non è che da questi personaggi ci si possa aspettare di più…e meno male che sono “altre” persone rispetto a 25 anni fa. Quello che fa male è semmai ascoltare  commenti come quelli di parlamentari o ex parlamentari irrispettosi verso i familiari delle vittime del terrorismo.  Dal canto suo il presidente Sarkozy, ricevendo i familiari delle vittime del terrorismo ha confermato che si è trattato di una scelta tormentata ma che il caso Petrella resterà isolato.Gli ex terroristi italiani ancora in Francia sembra non abbiano allora alternative se non quella di fuggire…o di ammalarsi…Tante cose ci fanno vergognare in Italia ma stavolta i “cugini” d’oltralpe hanno voluto superarci.