L'ISOLA CHE C'E

Obama e Prodi...un TETTO per due


 
Dal 20 gennaio, giorno del suo insediamento a presidente degli Stati Uniti, non c’è provvedimento di Barak Obama , anche il più insignificante, che non venga visto come rivoluzionario, come qualcosa in grado di cambiare le sorti del mondo. Capita così che un provvedimento voluto e votato già dal mai rimpianto governo Prodi divenga argomento di discussione interplanetaria: il tetto alla remunerazione dei manager pubblici. Era una sciocchezza quando l’aveva voluta Prodi, rimane tale anche se la propone Obama. Però per tutti rimane qualcosa cui nessuno aveva mai pensato!!!  Non vorrei infierire sui risultati che in Italia ha conseguito tale norma….è probabile che anche negli Stati Uniti non produrrà nulla di buono. Non che il problema della remunerazione dei manager sia di scarsa importanza ma è la soluzione che si propone ad essere inadeguata. Chiaramente Obama ha voluto lanciare un segnale a tutti quei manager che hanno portato al fallimento le aziende da loro dirette però agendo in questo modo vengono penalizzati i bravi manager, quelli più capaci. Verranno messi sullo stesso livello quelli bravi e quelli inadeguati. Il problema non è tanto quello di mettere un tetto ai compensi ma quello di scegliere i manager migliori. O di legare i compensi ai risultati ottenuti. Obama ha però scelto il populismo e alle decisioni impopolari ma necessarie preferisce quelle antipopolari che servono solo ad aumentare i consensi nei sondaggi. Il suo “New Deal” non è altro che una sbiadita copia di quello di Roosevelt ( figurarsi quello di Veltroni che scimmiotta Obama…) di cui ancora ne paghiamo le conseguenze. Intanto in castigo finiscono i manager ( tutti uguali, bravi e meno bravi…uguaglianza prima di tutto!) e Veltroni: può essere che non sapeva che la norma era già stata un’idea di Prodi? Si, può essere…è questo il dramma