LA FINESTRA

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La vera storia del saluto tra i motociclisti Antico gesto che pare risalga al tempo dei leggendari  cavalieri erranti. La leggenda narra,  di un cavaliere solitario in sella al suo destriero, percorreva da non si sa quanti giorni, i sentieri di montagna in una tranquilla giornata di sole.A  tratti egli godeva nello spronare il suo cavallo per sentire il vento attraverso le fessure della sua armatura per poi rallentare e godersi i rumori del bosco che attraversava.Intanto più in alto e più in là verso l'orizzonte si scorgevano finalmente le torri del castello dove egli  era diretto.Al cavaliere si illuminarono gli occhi dalla gioia. Quand'ecco scorgere in lontananza, in direzione contraria,  la figura di un altro cavaliere che si avvicinava anch'egli felice.Quando i due si incrociarono, quello proveniente dal castello, sollevando la mano destra, con l'indice ed il medio disposti a "V", esclamò: "Mi spiace amico, arrivi 2, la principessa me la son già sc@@@ta io!" e si allontanò al galoppo... Ecco quindi come è giunto fino a noi, cavalieri di oggi, il gesto di salutarsi con le classiche dita a "V", poiché quello che non saluta, automaticamente personifica il cavalier cornuto... ------------------ ------------------- ------------------- Ho trovato sul web questa storia è ho voluto trascriverla Leggenda a parte, il saluto fra i motociclisti, voglia  esso sia il classico saluto a “V”, che si effettua alzando indice e medio della mano sinistra,  quando scorgiamo una moto in direzione opposta alla nostra, oppure allungando la gamba destra se si sorpassa la moto nella stessa direzione, è un segno di amicizia di cameratismo e di rispetto tra amanti di una grande passione , la moto,   sia essa sportiva da turismo o castom.  E una consuetudine da non perdere anzi da rafforzare e divulgare, e con essa il senso di solidarietà e fratellanza che lega il popolo delle moto, solidarietà nel soccorrere ed aiutare in caso di necessità o  segnalare eventuali pericoli    (es. i velox). Deve servire anche  a distinguere i veri motociclisti dai forsennati senza sale in zucca che fanno di questa passione un pericolo per loro e per gli altri. E allora: “ALLACCIATE IL CASCO E COLLEGATE IL CERVELLO”