LA QUERCIA EDITORE

Latte di Iena - Antonio Mocciola


 I personaggi che popolano questi racconti agiscono sovrappensiero. Nessuna motivazione reale sta dietro le loro azioni (quando ci sono), persi in quel limbo in cui la volontà non parte dal cervello, e tantomeno dal cuore. Come quando lo sguardo si perde a fissare un punto, e si crea quel momento di pura sospensione, di astratta nolontà. E se fosse proprio in quegli istanti in cui "non siamo" la verità vera del nostro essere? E se l'amore, e l'odio, non fossero che decisioni prese a freddo, o condizionate dalla società, o dalla famiglia, o peggio ancora dalla religione? Una sorta di dovere? Cosa c'è di "naturale" in tutto questo? Niente mi sembra più vero della catatonia. Sovrappensiero siamo veri. Facciamo le cose che dovremmo fare, prima che la vita ci riporti all'eterna bugia della - diocenescampi - spontaneità.