LA ROSA NERA

Post N° 28


Quella posizione continuava ad eccitare Simona che cominciò a fare dei pensieri su come poter sfruttare quell’esperienza una volta che ne sarebbe uscita: perché non organizzare dei “giochi” con il suo ragazzo??? Allontanò quei pensieri e si decise di voler cercare seriamente di sciogliere i nodi e fuggire: ma come? Le corde erano troppo strette. Pensò allora di trascinarsi verso la scala – ma poi che fare? Doveva essere ormai pomeriggio quando riapparve il capo banda che le rimise il bavaglio; “se mi imbavaglia vuol dire che se ne vanno” pensò. Niente di più sbagliato; la sollevò di peso e la portò al piano di sotto dove c’era la macchina sgangherata, e la caricò nel porta bagagli mettendole un cappuccio nero sulla testa “mio Dio mi spostano; e dove mi porteranno?” Dopo circa mezz’ora di viaggio venne prelevata dalla macchina e, quando le tolsero il cappuccio vide che era stata portata il una stanza, probabilmente di una casa della periferia. Adesso era stesa su un letto con lenzuola pulite, la stanza era semi oscurata ma un fascio di luce intensa penetrava attraverso le imposte; l’arredamento era formato dal letto su cui era legata, una sedia ed un armadio di metallo. Venne lasciata sola per circa un’oretta durante la quale cercò di rilassarsi e di distendere un pò i muscoli…..i dolori ai polsi ed alle caviglie la facevano impazzire così come il bavaglio. L’uomo entrò nella stanza all’improvviso togliendole il bavaglio e slegandole le mani e i piedi la portò in bagno per consentirle di rinfrescarsi un poco: faceva molto caldo e Simona era tutta sudata e sporca. La ragazza, lasciata da sola cercò subito delle forbici o delle lamette che le sarebbero servite per liberarsi, ma l’unica cosa che trovò fu uno spazzolino da denti “uno spazzolino per quattro?” pensò “il loro dentista deve fare gli straordinari”; mentre pensava qualcuno bussò alla porta ed entrò il capo che le diede della biancheria pulita “beh almeno sono gentiluomini”. Simona sciacquò dolcemente i polsi e le caviglie dove ormai i segni delle corde si stavano gonfiando leggermente, e si cambiò, togliendosi la camicetta e la gonna, ormai stropicciate e sporche e indossò la T-Shirt che le avevano consegnato che risultò, ovviamente essere almeno di due taglie più grande rispetto alla sua. Quando uscì, si sentiva quasi un’altra persona, aveva potuto lavarsi, ma per suo dispiacere non aveva potuto spalmarsi le sue creme sul corpo ma soprattutto sui suoi bei piedini; venne portata in un’altra sala dove su un tavolo c’era del cibo che mangiò con gusto dopodichè venne ricondotta nella sua stanza.