LA ROSA NERA

Post N° 31


Nel buio le parve di intravedere un movimento lento ma costante ma non accompagnato da un rumore….solo un leggero fruscio “mio Dio che animale schifoso sarà??” e rabbrividendo fece una cosa che ancora non aveva fatto: cominciò a piangere pensando a tutto quello che le era successo “deve essere l’effetto dell’adrenalina che sta passando o la tensione che si sta allentando” pensò. Il pianto era sommesso ei singhiozzi erano attutiti dal bavaglio che ormai era inzuppato della sua saliva; mentre piangeva notò un altro movimento ma questa volta molto più ampio e, questa volta accompagnato da un cigolio sommesso; trasalì vedendo un’ombra che si muoveva verso di lei nel buio più totale. Simona si mise seduta, questa volta abbastanza velocemente, si stava abituando a muoversi con scioltezza nonostante fosse legata; quando l’ombra le fu vicina pensò di avere le allucinazioni; infatti le pareva di avere di fronte un marziano con degli strani occhiali. Ad un’ispezione più approfondita, per quello che permetteva l’oscurità la ragazza notò che il nuovo venuto indossava una mimetica militare, aveva la faccia annerita ed indossava uno strano aggeggio sugli occhi. L’operatore delle Forze Speciali dell’Esercito si era mosso solo una volta scesa l’oscurità e si era avvicinato alla prigioniera per rassicurarla; “stai tranquilla siamo qui per liberarti” sussurrò alla ragazza; Simona rimase sconcertata quando il militare si allontanò verso la scala senza liberarla. Cominciò a fare delle congetture, ma alla fine trovò la spiegazione………l’uomo non l’aveva liberata per la sua stessa sicurezza…….cosa sarebbe successo se fossero arrivati i suoi carcerieri e l’avessero trovata libera? Avrebbero sicuramente pensato ad un intervento esterno e sarebbe potuto succedere l’irreparabile. Osservò il militare mentre si muoveva, stagliato sulla luce che filtrava dal piano inferiore, furtivo e veloce, sicuro di se, come se conoscesse a memoria la planimetria del capannone “che sciocca certo che la conosce, mica sarà uno sprovveduto” pensò; stava cominciando a rilassarsi, ma non era ancora finita; in fatti di sotto si sentiva il vociare dei carcerieri che evidentemente stavano lavorando alacremente.