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VIPERA AEMME - LA LIBERTA': UNA BELLA PAROLA?

Post n°119 pubblicato il 08 Settembre 2010 da chevipera29
Foto di chevipera29

di Alga Madìa

Basta, stop, almeno una tregua di qualche tempo. In Italia ha fatto tanto caldo e siamo tutti ancora un po’ provati dalla temperatura elevata nonostante le prime piogge, maggiormente il cervello che dovrebbe elaborare qualche nuovo argomento e non ce la fa. Meglio parlare del tempo che cambia, che rinfresca, piuttosto che di argomenti troppo delicati, di cui a volte ci sfugge il significato vero. Sento ancora parlare di libertà. Un termine abusato, spesso violentato perché nominato da chi non sa proprio di cosa stia parlando. Troppo elevato il suo significato per essere compreso da chiunque e soprattutto per poterlo tradurre nel proprio quotidiano in comportamenti. Troppo bella la sua accezione per lasciarla pronunciare da chicchessia. Si potrebbe sempre parlare di calcio, dell’ultimo film visto, dell’oroscopo del giorno, ma sulla libertà, no. Vorrei essere più presuntuosa possibile in questo: libertà non è una parola da interpretare, su cui si può avere una vaga idea o un’opinione. No, ha un unico significato intoccabile, imprescindibile. Libertà vuol dire innanzitutto rispetto. Libertà è il rispetto della propria dignità che deve necessariamente passare per il rispetto della dignità degli altri: pure di quella del gatto che col suo miagolare notturno ci dà tanto fastidio. Libertà è il coraggio del proprio pensiero, dei propri sentimenti, del mantenimento delle promesse, degli appuntamenti, è interrogarsi prima di dormire, se proprio non si trova il tempo durante il giorno, di quanto tutti i giorni siamo capaci di rispettare il nostro prossimo. Solo dal rispetto degli altri si arriva a quello di se stessi, il contrario non funziona. In troppi sbandierano questo termine cercando di  esautorarlo dal suo significato più vero, più bello, più nobile, rendendolo a loro stessi, come dire, più accessibile. Essere arroganti o maleducati non significa fare ciò che si vuole, quindi essere liberi. Quello è essere arroganti o maleducati: punto. Ci vuole coraggio, ma tanto, a chiamarla libertà, quella sbandierata da chi non sa chiamare le cose col loro nome, da chi in nome della libertà propria offende ed umilia quella del proprio prossimo. A quanti giornalmente tentano di modificarne il significato, la citano continuamente – questa santa, sacra libertà, come fossero Braveheart  dei giorni nostri- in ogni sciocca occasione e poi rovinano gravemente su compromessi clamorosi, su vomitevoli comportamenti, consiglio col cuore di astenersi dall’appropriarsi di un termine che poco gli si confà, rendendo il suo uso continuo, una volgare forma di bestemmia.

chevipera@libero.it

 

 
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