VIPERA AEMME

VIPERA AEMME - GLI UOMINI, CHE MASCALZONI!


Giornata  ventosa ed un po’ nuvola, quella di ieri. Niente mare, decido di andare in piscina. Pranzo sotto il porticato del Foro Appio, un ambiente fresco e rilassante. Intorno silenzio, il lastricato che pavimenta il grande giardino è originale e porta la mente ad immaginare i passi di antichi romani che percorrendo la via Appia si fermavano a questa stazione di posta cantata da Orazio per riposarsi prima di riprendere il cammino. Anche se intorno c’è silenzio, sono ospite ad un tavolo di persone allegre e caciarone. Poco prima una telefonata che mi aveva alterato l’umore, immediatamente dopo la loro allegria diventa contagiosa. Sono l’unica donna in mezzo ad un gruppo di maschiacci turbolenti e chiacchieroni. Mi coccolano, sondano in realtà quanto possono spingersi nei loro argomenti da “uomini”. Tutti singles tranne uno, scherzano raccontando episodi di adescamenti di femmine più o meno “garbate”. Giocano e il mio sorriso li rassicura che non sarò io a limitare il piacere goliardico dei loro fantasiosi racconti. Esasperano volutamente situazioni e reciproche prese in giro sulla loro stessa capacità di seduzione. A mano a mano che passa il tempo perdono qualunque tipo di freno e mi ritrovo, pur non cercandolo, dentro episodi fantastici, raccontati con particolari e piccole sfaccettature, per il gusto di ridere e di far ridere. Nessuna sbruffoneria. Chissà, mi chiedo, se non ci fossi io. Chissà se darebbero un tocco di maggior serietà agli episodi. Non mi interessa poi molto. Rido e mi diverte ciò che dicono, forse principalmente perché per la prima volta mi ritrovo in mezzo a diversi uomini che parlano quasi come se non ci fossi. Piccola pausa. Ci si trasferisce nella grande piscina in mezzo al verde. In lontananza ogni tanto si sentono le campane di una chiesa. Probabilmente quella di borgo Faiti. Sembra di stare in vacanza in una di quelle beauty farm, alle quali questo posto non ha niente da invidiare, invece sono alle porte della città. Qualcuno fra i più grandi amatori della provincia si addormenta sotto l’effetto di quel venticello e di quel silenzio che impera intorno a noi. Ma dura poco. Siamo pronti a ricominciare. Brasiliane, ungheresi, italiane, del nord, del sud, locali. Almeno cinque sei donne per ognuno. Considerando che i miei amici sono cinque, risulta un bel numero di donne così tanto pazienti da dedicare il loro tempo e la loro avvenenza a tipi che indossano costumi a pois o a quadretti. Mi regalano un pomeriggio sereno dove il sorriso non riesce ad abbandonarmi per più di un minuto. A raffica, una gara a chi esagera di più. Raggiungono e superano più volte il politicamente corretto del gossip su loro stessi. Non andrei via, il vento si calma, leggero sfiora la pelle, l’acqua tiepida della piscina tempera il nostro ammollo. E poi c’è chi dice che gli uomini sono tutti una razza. I miei amici fanno parte di quella razza che, a starci insieme, riesce a cambiare il corso di una giornata in cui tutto sembrava essermi contro.  chevipera@libero.it