VIPERA AEMME

VIPERA AEMME - LO STAGNO IN CITTA'


di Alga MadìaSembra un lago, uno stagno. La città è completamente ferma in questi giorni, bloccata, più sporca del solito, semmai ne sentissimo la necessità. Smuove l’aria solo il  di vento e il mare mosso crea un po’ di movimento alla vista. Chiusa, come se avesse le porte. Chiusa al pubblico, ai suoi stessi cittadini. La gente è qui, in città, di giorno va al mare, gli ombrelloni tutti aperti, ma tutte le attività commerciali, i servizi di qualunque genere, sono chiusi, tutti in ferie. Tutto questo nonostante la gente, probabilmente a causa della crisi, non sia partita per le meritate vacanze e si aggira per le strade come fosse nel girone del purgatorio: spaesata e senza sapere bene cosa aspettarsi dalla giornata. I bar tutti chiusi, tutti senza cappuccino la mattina o fare in alternativa una lunga fila al banco di quei pochi rimasti aperti e che fanno affari d’oro. Ordinano forniture di caffè in quantità che neppure in un mese avrebbero sognato. La gente è qui ma i molti ristoranti sono chiusi e durante il giorno di aperto ci sono solo i centri commerciali. Un riposo, quello delle ferie, doveroso per tutti, ma magari organizzato. Così come si ipotizzarono le vacanze intelligenti bisognerebbe pensare ad un modo intelligente di chiudere le attività commerciali, fintanto che i cittadini decideranno di restare in città e non partire o magari partire nel mese di luglio o a fine agosto. Ho sempre scelto di non fare le vacanze a ferragosto quando mi è stato possibile, perché le località turistiche per quanto recettive e professionalmente pronte all’accoglienza trovano grandi difficoltà ad offrire ai clienti l’eccellenza per i soliti servizi. Ho sempre preferito scegliere altre date per le mie partenze, così mi è spesso capitato di vedere la città e i suoi dintorni pressoché deserti. Oggi non è più così, Latina è quasi tutta a casa in questi giorni, incontro amici nei ristoranti, alle feste sulla spiaggia la sera. Sembra sia destinata a non considerare mai i bisogni di chi la abita. Un po’ di tristezza in più non se la meritava questa città. Sembra stia per toccare il fondo, abbandonata da tutti, lasciata nell’incuria e nell’immondizia che il vento trasporta e lascia vicino all’ingresso delle serrande abbassate dei negozi. Sciatta, un po’ di più. Neanche i privati ad occuparsi di quello sgradevole disordine che regna indisturbato. Che qualcuno faccia qualcosa, se fosse ancora possibil!chevipera@libero.it