VIPERA AEMME

VIPERA AEMME - NIENTE PAURA, SIAMO TUTTI SOTTO LO STESSO CIELO


Schiphol. Aeroporto internazionale di Amsterdam. Tanta gente. Come al solito mi stupisco per la marea di gente che movimenta gli aeroporti. I soliti controlli – check in, controllo passaporti, metal detector. Ecco qui ci si impiega un po’ di più: mi spoglio di tutti i metalli che ho addosso, telefono cellulare compreso, e passo sotto i raggi che rilevano eventuali oggetti non consentiti. Suona tutto. Il signore preposto al controllo mi chiede di guardare meglio. Forse gli orecchini: no, li avevo tolti. Frugo ancora nelle tasche dei miei jeans, niente. Riprovo e in un angolino nascosto trovo 10 centesimi. Li lascio nella vaschetta e ripasso. Bene, tutto ok, posso ricompormi. Così dopo tanta cura alla ricerca di quanto espressamente non consentito nei viaggi aerei mi sento più sicura. Non ho mai paura di niente, devo dire, ma meglio abbondare, no? Sono circa le 13 e l’imbarco è previsto per le 14. Giro un po’ per qualche negozio,  niente di interessante e così decido di sedermi ad un bar, no, data l’ora, meglio un ristorante. Prendo il mio vassoio e un’insalatona bellissima, ricca e tentatrice. Tanto, penso, il pasto a bordo non vale mai la pena. Mi siedo, avevo preso tutto, ma mi mancano le posate. La cassiera mi spiega che c’è un tavolo in fondo alla sala dove posso trovare tutto, le posate, ma anche l’olio e il sale. Mi avvicino al tavolo e con mia grande sorpresa vedo dei grandi cesti, come quelli natalizi. Sono almeno tre: uno pieno di forchettine e cucchiaini, l’altro pieno di forchette e l’ultimo – quello che più mi stupisce – pieno di coltelli. Non di plastica, rigorosamente di robusto metallo e taglienti. Chiunque sarebbe in grado di prendersene almeno uno e utilizzarlo come crede, magari al posto di un’arma. I miei dieci centesimi potevano sembrare pericolosi come la bottiglietta di coca cola sequestrata ad una bimba immediatamente prima di me e poi? Coltelli, quindi armi a tutti gli effetti, anche il termine non lascia dubbi, messi a disposizione di chi, come me, li utilizza per tagliare il cibo ma, ahimè, anche di chi potrebbe utilizzarli in maniera impropria. Ho la macchina fotografica con me, scatto una foto. Poi penso che sono sempre stata fatalista, da diversi anni molto di più. Possibile però che tutti coloro che vivono col terrore di salire su un aereo e si prendono i tranquillanti due ore prima del volo, non ci abbiano fatto caso? Neanche uno di quei poliziotti della sicurezza è mai passato di qua? Perplessa mi avvio verso l’imbarco, ancora più sfiduciata se possibile. Fiumicino, sono le 16: tra le persone sul mio volo nessuno ne ha fatto  un utilizzo non consentito dalla legge. Che fortuna! Come dire, ancora e spesso in balìa di noi stessi …  chevipera@libero.it