VIPERA AEMME

LA VIPERA - NE VEDREMO DELLE BELLE....


di Alga MadìaUna giornata nella capitale. Mi immergo nell’arte, nei secoli e secoli di arte che poche città al mondo sanno offrire in questa così variegata quantità agli occhi avidi e curiosi. Una passeggiata senza tempo dalla Bocca della Verità, su per il Teatro di Marcello, dentro il ghetto ebraico a perdersi dentro quelle stradine. Tardo pomeriggio in centro, grande caos e movimento di gente. Curiosi i miei occhi, piuttosto che guardare avanti si soffermano sul luccichio che pulsa incessante dalle vetrine. Ne sono attratta e guardo curiosa quale sarà la moda dei prossimi mesi. Le grandi case propongono tacchi sempre più vertiginosi, e abiti che definire variegati sarebbe come uniformarli ad un unico tono di grigio. C’è di tutto: strass, perline, grandi fiori di lana cotta o di seta applicati su abiti e cappotti, volant, plissé, pizzi, soprabiti con bottoni gioiello tutti diversi fra loro, cappe, mantelle, calze che arrivano a metà coscia, leggings  metallici, passamanerie, velluto, fustagno … Insomma qualunque cosa, qualunque tessuto o foggia si possa immaginare, c’è. Vetrine e vetrine con manichini ricchi di tessuti e di rifiniture particolari. Penso a come tutto questo opulento luccichio possa tradursi su noi donne comuni, normali, con le nostre imperfezioni, noi, che una volta acquistati alcuni capi dovremo essere capaci di metterli insieme armoniosamente. Ne vedremo delle belle, penso. Perché quello che spesso ci manca è la capacità, come dire, di assemblaggio. A volte siamo completamente prive di senso della misura mettendoci addosso qualunque cosa, ricordando un po’ quelle madonne che vengono caricate di gioielli ex voto. Piene dalla testa ai piedi.  Eppure gli esempi, gli spunti che si potrebbero rubare ai manichini sono abbastanza chiari. Coco Chanel diceva che prima di uscire di casa bisogna guardarsi nello specchio ( criticamente e immaginando di vedere un’altra persona e non noi stesse ) e togliersi una cosa di dosso. Credo che spesso le cose da togliere potrebbero essere più d’una. Entro nel mio negozio preferito, mi accoglie la direttrice, Laura e chiacchiero con lei, proprio di questa sfarzosa moda. Lei mi parla candidamente di alcune regole “intelligenti e naturali”, che potremmo usare a nostro favore. Lasciare minigonna e shorts a chi ha gambe esili e possibilmente dritte, per le altre allungare l’orlo di 20 centimetri almeno; se l’abito ha strass o ghirigori evitiamo collane e/o bracciali; alleggerire e non appesantire; un seno importante non vuole scollature profonde che potrebbero involgarire – magari si potrà scoprire la schiena. Un bacino arrotondato preferisce abiti lenti, niente stretch o esagerate aderenze. Stivali a mezza coscia rigorosamente alle 20, massimo 29enni. La moda è bella, varia, colorata e vivace e serve  per farci più belle, più attraenti, il rischio è di usarla male per poi apparire clown. Vale per il trucco sul viso che dovrebbe essere usato sempre con parsimonia. Una parsimonia che dovrebbe aumentare proporzionalmente all’aumentare dell’età. Clown, maschere, meglio lasciarle per carnevale.  chevipera@libero.it