Creato da chevipera29 il 07/04/2010
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Marina di Latina. Un nome che parrebbe quello di una ridente località turistica. Non solo, ahinoi, non ha nulla di ridente, ma anche di turistico, pur volendo essere ottimisti, è difficile trovare qualcosa. Un mare, quello della nostra città triste e trasandato. E dove la sciatteria colpisce tutto, non soltanto la qualità o l’assenza dei servizi, ma anche coloro che quella parte di litorale la frequentano. Si perché tutto e tutti si adeguano alla tristezza di questo mare nostrum. Chilometri di finto lungomare lasciati in balia di chi li frequenta. Ragazzi a bordo di macchinine che scorazzano completamente ignari delle più basilari norme della circolazione stradale. Altri, in sella a motorini, rigorosamente con i caschi slacciati. Persone che tranquillamente, come se non fosse espressamente vietato, portano sul bagnasciuga cani e cagnolini, lasciandoli spesso pure senza guinzaglio. Sporcizia ed immondizie completano la panoramica. Su tutta questa strafottenza colpisce l’assenza praticamente totale di qualunque tipo di controllo. Mi chiedo che abbiamo fatto di male, noi residenti in questa città, per meritarci il peggior tratto di litorale della zona. Come in una giungla, sia in città che al mare. Ciascuno completamente libero di usare i comportamenti che ritiene, forte dell’assenza di vigili. Nessun vigile, neanche uno, neanche a cercarlo. Qualcuno che passeggi (che vigili, appunto) e controlli la regolarità della vita che gli si svolge intorno sembra un’utopia. Deve costare veramente tanto mandare qualcuno, come in tutte le altre città d’Italia. Meglio lasciare che girino in auto e affidare i controlli alla casualità. Da ragazzina ricordo che temevamo sempre le curve, perché spesso dietro l’angolo c’era un vigile col fischietto pronto a fermarci e a farci la multa solo perché andavamo in due sulla Vespa 50. Come dietro la curva del Polo Nord: nessuna possibilità di scampo. Erano il nostro terrore, ma c’erano e garantivano per qualunque motivo ce ne fosse bisogno, la loro presenza sul territorio, quantomeno del centro storico. Non resta che rassegnarsi. Una città, la nostra, che ormai da troppi anni vive il suo degrado nella consapevolezza dell’esistenza di un’unica legge: quella della giungla.
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