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Creato da chevipera29 il 07/04/2010
UN SEMAFORO ROSSO
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Alga Madìa
. . . E pensare che mi ostino a non voler generalizzare, a non voler collocare nessuno dentro categorie prefissate, dove invece credo che in molti, a volte, ci starebbero perfettamente bene ( come me nella taglia 42). Amici, conoscenze leggere, di quelle che si fanno in vacanza. Sono proprio tante le persone cui non interessa un bel niente di te: chi sei, che fai, come stai, prese come sono a parlarti di se stesse. Di chi sono loro, di quello che fanno, dei figli che a 6 mesi parlavano e sapevano far di conto … forse sfugge loro qualcosa, ma è veramente fastidioso ascoltare chi non riesce a parlar d’altro che di se, ostentando tutte le positività della sua vita. Hanno un caparbietà, una determinazione nell’inserire quanto più possibile del loro essere (per non parlare del loro avere) in qualunque tipo di discorso. Fosse pure che l’argomento è il funerale del gatto, loro trovano lo spunto per raccontare che il loro, di gatto, aveva un collare coi rubini e che è andato perduto durante un’escursione in montagna. Oddio, che dispiacere. Penso a quanta fatica la mia mamma abbia fatto, da quando ero piccola e sino a l’altro giorno, per correggere la mia anarchia, raccontandomi ad esempio quali fossero le 3 S (esse) di cui una persona a modo non dovrebbe mai parlare se non con persone del proprio nucleo familiare. Una di queste 3, per me famose, esse sono i soldi. Pare che questa regola sia stata oramai metabolizzata dai più, ma sostituita da quella più astuta di raccontare dei rubini del collare del gatto, dell’attività forense del noto marito avvocato che serve tutta la nazione, della casa sul mare e di quella con piscina in montagna, che “mannaggia, non riusciamo a sfruttare come vorremmo. Un vero peccato mortale”! Che congiura, hanno imparato che raccontandoti le negatività del loro quotidiano ti fanno sapere di quando sono entrati i ladri in casa e “Brutti delinquenti, non si sono portati via pure la collezione di diamanti che mio marito mi aveva regalato quando è nata Lucia? Cose dell’altro mondo. Mica per il valore effettivo, figuriamoci, ma per quello affettivo, per il ricordo”. Ma sono tanto stupida io, mi chiedo, se fra i miei ricordi più importanti, ci ho messo le facce delle persone, il loro sorriso, le loro lacrime, magari una canzone? Tutto a costo zero. Se compero una borsa col marchio che sia meno evidente possibile? Siamo diversi e oggi nella categoria degli ostentatori ce li voglio mettere tutti, questi signori che mi raccontano cose di cui non mi interessa proprio niente. Tutti quanti dentro e una volta tanto, sono orgogliosa di non far parte del tanto emulato gruppo
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