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ALGA MADIA - L'AMORE CHE SCALDA IL FREDDO DELLA GROENLANDIA

Post n°164 pubblicato il 15 Dicembre 2010 da chevipera29

Un freddo che, come venisse dalla Groenlandia, coglie il nostro Natale di sorpresa. E noi.

 

Non siamo abituati e allora proviamo a scaldarci, le mani protette da guanti, sciarpe a prova di raucedine e piedi dentro stivali imbottiti.

 

A volte basta, a volta non è di quel freddo, di quello meteorologico, che soffriamo. E allora diventa tutto più difficile, invano aspetteremo un nuovo anticiclone atlantico che mitigherà la temperature. Un Natale che dovrebbe, come nel sogno di tanti, rendere felice chi non lo è.

 

Qualcuno pensa che le vipere siano quelle che in questo periodo vanno in letargo e invece tante rabbiosamente mordono dove possono, in qualunque direzione.

 

Il Natale più bello è un sogno e forse resterà un sogno, per tante persone trovare il sorriso – non la risata sgraziata -, un sorriso dolce e sincero. Persone che forse avrebbero bisogno di qualcuno che alzi loro il mento, qualcuno di cui potersi fidare, qualcuno che decida di dormire al loro fianco. In una parola un disperato bisogno d’amore. Persone disorientate, a volte ciniche, altre addirittura crudeli con l’unico interesse nella vita di arrecare del male: un male che farebbero anche alla loro stessa ombra, ferendola mortalmente per invidia, per timore, per propria insicurezza, pur di restare le uniche vincitrici indiscusse.

 

Come la matrigna di Biancaneve che immaginava di restare la più bella eliminando la sua, come dire, avversaria.   A volte ci riescono e il veleno nella mela funziona, altre no. E quando non ci riescono diventano se possibile ancora più cattive, senza trovare il coraggio di fermarsi, di dare una tregua a quella inutile battaglia monodirezionale.

A Natale tutti sono più buoni (boh), e varrebbe la pena augurare a quanti soffrono per la mancanza di amore, di un sorriso, vero e sincero, a loro rivolto, che quest’anno riescano a trovarlo sotto l’albero. L’invidia verso chi sta meglio (in qualunque senso e per qualunque cosa) non paga, non dà gioia. La cattiveria fine a se stessa alla fine si ritorce contro, portando muso lungo e viso cupo.

 

A Babbo natale chiederei di aiutare queste persone monche di una parte fondamentale che colmerebbe il loro essere, la loro vita. Rinuncerei a qualsiasi dono in cambio, non perché sia buona, ma perché significherebbe, per tutte le persone cui la vita ha regalato questo bene intangibile, impagabile e vero di goderselo senza doversi difendersi, senza più bisogno di guardarsi le spalle. Un sospiro profondo: di sollievo.

 

 

 

Alga Madìa

 
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